Politica estera e relazioni internazionaliForeign Policy and International Relations

Africa settentrionale e Medio Oriente

Northern Africa and Middle East

ITALIANO ENGLISH

L'area del Mediterraneo e del Medio Oriente rappresenta non solo una delle principali priorità della politica estera italiana, ma sempre più è divenuta una regione chiave per gli equilibri europei e mondiali: l'instabilità dei paesi che avevano dato vita alle "Primavere arabe", la guerra in Siria, il perdurare dello stallo politico in Libia, il conflitto israelo-palestinese mai risolto, l'impatto della pandemia sulle già fragili economie dell'area sono alla base di emergenze umanitarie e migratorie, alle quali l'Italia sia per ragioni di vicinanza geografica, sia per profondi legami storici e culturali è chiamata a dare risposte.

La precarietà economica e sociale che grava sulla regione mediterranea è inoltre aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalla precarietà sanitaria, cui si aggiungono i flussi migratori provenienti sia dal continente africano sia dal Medio Oriente, attraverso corridoi di traffico, spesso controllati da organizzazioni criminali. Il conflitto russo – ucraino e il conseguente aumento del prezzo del grano, ha avuto pesanti ricadute sociali sul Nord-Africa, tradizionalmente importatore netto di prodotti cerealicoli; in particolare Egitto, Tunisia e Libia sono i paesi più esposti al rischio sia di non riuscire a sostenere economicamente l'onere dei sussidi, sia di non riuscire a soddisfare la domanda interna di generi alimentari.

La priorità strategica di quello che viene definito "Mediterraneo allargato" si è progressivamente riflessa nelle iniziative di diplomazia parlamentare, ispirando l'istituzione di  vari forum interparlamentari di cooperazione con i Paesi della regione e delineando una cornice unitaria per l'intensa attività di scambio bilaterale su questioni d'interesse comune, con un impegno speciale nei confronti della Libia e della Tunisia.

The Mediterranean and Middle East areas are not only one of the main priorities of Italian foreign policy, but have increasingly become a key region for European and global balances: the instability of the countries that had given rise to the "Arab Spring", the war in Syria, the continuing political stalemate in Libya, the unresolved Israeli-Palestinian conflict, the impact of the pandemic on the already fragile economies of the area are at the root of humanitarian and migratory emergencies, to which Italy is called upon both for reasons of geographical proximity and for deep historical and cultural ties. The economic and social precariousness of the Mediterranean region is also compounded by the effects of climate change and health insecurity, as well as migratory flows from both the African continent and the Middle East, through trafficking corridors, often controlled by criminal organisations. The Russian – Ukrainian conflict and the resulting increase in the price of wheat have had a serious social impact on North Africa, which is traditionally a net importer of cereal products; in particular, Egypt, Tunisia and Libya are the countries most at risk of not being able to afford the cost of subsidies and failing to meet domestic demand for food. The strategic priority of what is referred to as the ‘enlarged Mediterranean' has gradually been reflected in parliamentary diplomacy initiatives, inspiring the establishment of various interparliamentary forums for cooperation with the countries of the region and providing a unified framework for intensive bilateral exchanges on issues of common interest, with a special commitment to Libya and Tunisia.

apri tutti i paragrafi

Nel contesto delle relazioni con l'Africa settentrionale, particolare attenzione è stata dedicata dal Parlamento all'Algeria, partner di primaria importanza per il nostro Paese, che collabora attivamente nelle attività di controllo dei flussi migratori internazionali; nel contrasto al terrorismo ed alla criminalità transnazionale e gioca un ruolo centrale nella stabilizzazione della regione mediterranea.

Le elezioni presidenziali del 12 dicembre 2019 hanno visto l'affermazione al primo turno ,con oltre il 58% dei voti, di Abdelmadjid Tebboune, già primo ministro da maggio ad agosto 2017, nominato dall'allora presidente Bouteflika. Il presidente Tebboune, ha da subito avviato un percorso di riassetto del sistema politico-istituzionale, culminato con un progetto di riforma costituzionale, approvato con il 66,8% dei voti dal referendum popolare del 1° novembre 2020, che tuttavia ha registrato una scarsissima affluenza, pari al 23,7% degli aventi diritto.

La riforma rafforza il presidenzialismo, ma allo stesso tempo introduce elementi di maggiore democraticità, aperture nel campo dei diritti civili, garanzie per i diritti politici e trasparenza dell'azione amministrativa. A marzo 2021, in vista delle elezioni è stato ridotto il numero dei seggi nell'Assemblea nazionale del popolo da 462 a 407 seggi.

È stata altresì approvata una nuova legge elettorale che adotta per la prima volta il sistema delle liste aperte, permettendo  all'elettore di esprimere preferenze per i candidati all'interno della stessa lista. Le elezioni politiche anticipate per la Camera bassa, svoltesi il 12 giugno 2021, hanno confermato come principale forza politica il Fronte di liberazione nazionale che conquista 98 seggi.

Il nuovo Esecutivo, guidato da Aïmene Benabderrahmane, già ministro delle Finanze, è una compagine  prevalentemente tecnica, le cui priorità sono essenzialmente di natura sociale ed economica. Se infatti, da un lato l'aumento dei prezzi del petrolio ha consentito al comparto energetico di aumentare le risorse del Paese e fungere da traino all'economia, sostenendo i consumi interni, l'aumento generalizzato dei prezzi – particolarmente marcato nel settore alimentare e dei cereali – comporta criticità sociali di vasta scala, cui il Governo intende rispondere con un piano di miglioramento della produzione agricolam riducendo la dipendenza dei prodotti di base dal commercio internazionale.

Al fine rafforzare ulteriormente relazioni parlamentari con l'Algeria e nell'impegno comune per la pace e la stabilità e la sicurezza del Mediterraneo, una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera, guidata dal presidente Fassino e formata dai deputati Francesco Berti, Gennaro Migliore , Andrea Delmastro delle Vedove ed Alessandra Ermellino, si è recata in visita ad Algeri dal 29 maggio al 1° giugno 2022  .

La delegazione, ricevuta dal Presidente della Commissione Affari esteri dell'Assemblea popolare nazionale (APN), Mohammed Hani, ha avuto colloqui ad alto livello, in particolare con il Presidente dell'APN, Brahim Boughali, il presidente del Consiglio della Nazione, Salah Goudjil, e con il  presidente della Commissione Affari Esteri del Consiglio della Nazione, Abdelmadjid Benkaddache. Sul versante governativo la delegazione ha incontrato il ministro degli affari esteri e della comunità nazionale all'estero, Ramtane Lamamra, il Ministro delle Micro-imprese, Nassim Diafa, il Ministro dell'Energia, Mohamed Arkab, e il Ministro dell'Industria, Ahmed Zeghdar.
Al termine della visita il presidente Fassino e il presidente Hani hanno rilasciato una Dichiarazione nella quale si propongono di accompagnare il rafforzamento strategico delle relazioni bilaterali a livello governativo con un analogo partenariato parlamentare per affrontare insieme i principali temi di interesse comune, tra cui le conseguenze energetiche e alimentari della crisi ucraina, le strategie per dare stabilità al Mediterraneo, il rilancio della cooperazione euromediterranea, una comune politica migratoria, le azioni per salvaguardare il bacino mediterraneo dal cambiamento climatico, il rafforzamento in ogni campo della cooperazione bilaterale. Tale impegno si intende estendere altresì alle sedi multilaterali, quali l'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, l'Unione per il Mediterraneo e l'Iniziativa 5+5.

Il Parlamento nel corso della XVIII legislatura ha monitorato, in costante raccordo con il Governo, il protrarsi della crisi in Libia, in cui profonde divisioni interne, incertezza istituzionale, aumento della criminalità e la violenza contro attivisti e giornalisti rischiano di gettare il Paese in una guerra civile. Una stabilizzazione duratura e sostenibile del Paese è cruciale non solo per l'intera regione , ma rappresenta per l'Italia una priorità di politica estera e sicurezza nazionale ed europea.

Il quadro politico interno, caratterizzato dallo scontro tra le milizie del Governo di unità nazionale, presieduto da Abdul Hamid Dbeibah, riconosciuto dalle Nazioni Unite, e quelle del Governo di stabilità nazionale di Fathi Bashagha è considerato dagli osservatori internazionali un fattore di rischio per l'intera area, anche a causa delle dinamiche esterne che vedono coinvolti a diverso titolo attori regionali come Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e soprattutto Turchia.

Il Governo di unità nazionale,  insediatosi il 15 marzo 2021 dopo aver ottenuto, il 10 marzo, la fiducia della Camera dei rappresentanti di Tobruk, è stato successivamente sfiduciato il 21 settembre, in una riunione a porte chiuse, il cui risultato è stato però respinto dall'Alto Consiglio di Tripoli, che ha ritenuto la decisione contraria alla Dichiarazione costituzionale, in quanto priva del quorum richiesto di 2/3 dei componenti dell'Assemblea e ha invitato l'Esecutivo a proseguire il lavoro in vista di assicurare lo svolgimento del processo elettorale.

Le elezioni, previste per il 24 dicembre 2021, sono state rinviate a data da destinarsi. a causa difficoltà tra i due governi sulla scelta di candidati (tra i quali figurava anche il figlio dell'ex dittatore Gheddafi) che potessero essere condivisi.

Il 10 febbraio 2022, La Camera dei rappresentanti di Tobruk ha nominato all'unanimità Fathi Bashagha, ex Ministro dell'Interno alla carica di Primo Ministro, con l'incarico di portare il Paese a nuove elezioni. Il Parlamento di Tobruk, il 1° marzo, in una procedura oggetto di contestazioni, ha votato la fiducia al nuovo Governo, composto da trenta ministri. Il primo ministro Dbeibah, dal canto suo, ha denunciato l'iniziativa della Camera di Tobruk che viola l'accordo politico libico; anche l'Alto Consiglio di Stato ha bocciato l'investitura di Bashagha e ha rinnovato il suo rifiuto dei passi "unilaterali" che avrebbe adottato la Camera dei Rappresentanti conferendo l'incarico al nuovo premier.

La Libia si trova così ad affrontare un'ulteriore fase di scontro interno, in cui le leadership politiche non sono in grado o non vogliono definire una soluzione di compromesso nazionale per far uscire il paese dal caos e dare una risposta ai bisogni di una popolazione stremata.

 Il 17 maggio 2022, nuovi scontri armati sono avvenuti a Tripoli, dove Fathi Bashaga, primo ministro nominato dal Governo di Tobruk e fedele ad Haftar, aveva tentato di insediarsi con la finalità di iniziare l'attività dell'Esecutivo.

A tale tentativo le forze armate fedeli ad Abdul Hamid Dbeibah, primo ministro del Governo di unità nazionale hanno risposto violentemente, costringendo il Primo Ministro nominato da Haftar a ritirarsi. Nuovi combattimenti sono stati registrati il 27 agosto, quando le forze a Bashagha si sono nuovamente affrontate a Tripoli con le milizie affiliate al Governo di unità nazionale, che sarebbe riuscito nuovamente a riprendere il controllo della città; pesante il bilancio delle vittime che, secondo quanto riportato da dai media, citando una fonte del Ministero della Salute del Governo di unità nazionale, sarebbe di 44 morti e 159 feriti.

Un interesse particolare lega l'Italia alla Libia confermato dai tre incontri del Presidente della Camera con il suo omologo libico, rispettivamente nel 2018, nel 2020 e nel 2021, per ribadire il sostegno al processo di pacificazione avviato e per offrire supporto ai fini della stabilizzazione della Libia, partner chiave sia per la gestione dei flussi migratori verso l'Italia e l'Europa sia per l'approvvigionamento energetico.

La crisi libica è stata più volte al centro delle attività conoscitive promosse dalla Commissioni Affari esteri della Camera: in particolare nella seduta del 5 agosto 2020  , si è svolta l'audizione della viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, sui recenti sviluppi della situazione in Libia, con riferimento anche all'assalto avvenuto il 28 luglio 2020 da parte della guardia costiera libica, in acque internazionali, a circa 35 miglia nautiche da Misurata, con alcune imbarcazioni da pesca italiane. 

Nella seduta del 23 aprile 2021   si è invece svolta, presso la Commissione Affari esteri, l'audizione informale della ministra degli affari esteri del Governo libico, Najla Mohammed El-Mangoush, alla quale è seguita, il 27 aprile  , quella dell'inviato speciale del Governo italiano per la Libia, amb. Pasquale Ferrara, sui recenti sviluppi della situazione nel paese nonché quella del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, in merito ai profili internazionalistici connessi alla controversia tra Italia e Libia per lo sfruttamento ittico del Golfo della Sirte, svoltasi nella seduta del 12 maggio 2021  .

In relazione alla controversia tra Italia e Libia in materia di zone di protezione della pesca (ZPP), la III e XIII Commissioni riunite hanno audito informalmente, nella seduta del 29 giugno 2021  , il comandante Fabio Caffio, ufficiale della Marina Militare in congedo, esperto di diritto marittimo, sulla controversia tra Italia e Libia in materia di zone di protezione della pesca (ZPP).

Nella seduta del 30 giugno 2021   le Commissioni riunite III e XIII hanno approvato, in un testo unificato, la risoluzione n. 8-00128  , d'iniziativa della deputata Di Stasio ed altri, che impegna l'Esecutivo:

  • a porre in essere ogni iniziativa utile, in sede bilaterale e multilaterale, a favorire l'apertura di un dialogo diplomatico al fine di giungere ad una formale determinazione relativa alla delimitazione degli spazi marittimi nel Mar Mediterraneo centrale e alla risoluzione dei contrasti di tipo diplomatico e commerciale enunciati in premessa, nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle linee di politica estera e di politica della pesca dell'UE;
  • ad avviare, a tal fine, una riflessione sull'opportunità di organizzare una «Conferenza mediterranea», con la partecipazione di tutti i Paesi rivieraschi e con l'adeguato coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, inclusi enti accademici e di ricerca, per fare il punto su temi quali la corretta gestione delle fasce costiere, la giurisdizione delle acque, i cambiamenti climatici, la protezione dell'ambiente marino e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, a partire da quelle ittiche;
  • ad adoperarsi in sede di Unione europea per la definizione di un accordo di partenariato nel settore della pesca con la Libia – sul modello di quelli già stipulati con alcuni Paesi della costa occidentale dell'Africa – che consenta ai pescatori europei di accedere, legalmente e in sicurezza, alla zona di pesca libica, definita in conformità al diritto internazionale, e favorire al contempo iniziative di cooperazione tra i pescatori europei e quelli libici che tengano conto, in un contesto di sostenibilità e rispetto dell'ambiente, delle tradizioni di pesca e delle legittime aspettative del settore italiano e europeo della pesca;
  • a promuovere la collaborazione tra operatori del settore specifico della pesca italiani e libici, nel quadro della legislazione europea in materia, per l'ottenimento di licenze o autorizzazioni di pesca per imbarcazioni armate da imprese italiane, in conformità con la legge, tenendo conto in particolare delle tradizioni di pesca di specifiche realtà imprenditoriali e geografiche italiane che per più lungo tempo hanno esercitato attività di pesca nelle zone su cui la Libia ha dichiarato propri diritti di sovranità esclusiva;
  • a favorire la istituzione di un tavolo tecnico interministeriale per la predisposizione di strumenti straordinari di sostegno dei pescherecci italiani che operavano tradizionalmente nelle acque della ZPP libica, nelle more della definizione di un nuovo quadro di intese tra Italia e Libia;
  • la promozione della collaborazione bilaterale nel settore della pesca tra l'Italia e la Libia, nel quadro della legislazione europea, anche promuovendo lo sviluppo di capacità nella gestione sostenibile delle risorse biologiche del mare e la nascita di cooperative miste italo-libiche eventualmente finalizzate, una volta raggiunte le necessarie abilitazioni e certificazioni europee, all'esportazione diretta nei Paesi dell'Unione europea;
  • ad assicurare la continuità della presenza della Marina Militare italiana nel Canale di Sicilia in funzione di vigilanza pesca;
  • ad adottare iniziative volte a dare attuazione all'Accordo Italia-Libia del 2008, con specifico riferimento all'articolo 17 concernente la cooperazione bilaterale in materia di pesca;
  • ad adoperarsi affinché le autorità libiche ratifichino la Convenzione Unclos;
  • ad adottare iniziative di competenza, anche di tipo normativo, volte a rendere strutturali i sussidi di natura economica alle famiglie danneggiate dall'interruzione delle attività di pesca connessa al divieto di accesso nella Zona di pesca protetta libica;
  • ad adottare iniziative volte a prevedere forme di accantonamento di risorse di tipo indennitario per gli armatori, a copertura quanto meno dei costi fissi.Il 4 marzo 2021, la Commissione ha ricevuto una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei Rappresentanti libica.

La Tunisia, a partire dagli ultimi mesi del 2019, ha attraversato un periodo di instabilità e proteste popolari culminato, il 25 luglio 2021, con la decisione del Presidente della Repubblica, Kais Saied di rimuovere il primo ministro Hichem Mechichi ed altri ministri, sospendendo i lavori del Parlamento. La decisione presidenziale è stata adottata in base all'articolo 80 della Costituzione che consente al Presidente di adottare misure straordinarie nei casi in cui   un "evento di imminente pericolo che minacci le istituzioni della nazione, la sicurezza o l'indipendenza del Paese".

Il 1° gennaio 2022, come annunciato dal Presidente tunisino a fine dicembre, il nuovo Governo ha lanciato una consultazione online per predisporre il testo di una riforma costituzionale, che è stata approvata il 25 luglio 2022 a larghissima maggioranza. La nuova Costituzione, di stampo fortemente presidenzialista, è stato criticato dall'opposizione per le numerose prerogative attribuite al Presidente e la mancanza di strumenti idonei a bilanciarne il potere. Secondo quanto annunciato le elezioni legislative dovrebbero tenersi il prossimo 17 dicembre.

Sul piano legislativo, meritano di essere segnalati due provvedimenti di ratifica di altrettanti accordi bilaterali:

Sul versante degli incontri bilaterali, che s'inquadrano in contesto di relazioni assai risalenti e consolidate, anche sul piano della cooperazione amministrativa,  il 23 novembre 2018 il Presidente della Camera Fico ha incontrato a Roma il leader del partito Ennahda, Rached Ghannouchi; quest'ultimo ha svolto un incontro anche con la presidente della Commissione esteri, Marta Grande.

L'8 maggio 2019, le deputate Simona Suriano e Yana Chiara Ehm, componenti della Commissione Affari esteri hanno incontrato una delegazione tunisina di EuroMed Rights-Ufficio Maghreb, una Ong internazionale danese.

In particolare, l'Ufficio Maghreb nel 2014 ha lanciato il progetto "Dialogo Tripartito" con lo scopo di facilitare e sostenere il ruolo della società civile tunisina nelle relazioni con le autorità tunisine e europee, focalizzandosi su quattro tematiche: diritti delle donne e uguaglianza di genere; diritti dei migranti e dei rifugiati; riforma della giustizia e diritti economici e sociali.

Il 26 giugno 2019 una delegazione di sei parlamentari tunisini (di cui cinque deputate donne), accompagnati da tre funzionari dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo tunisina e tre funzionari OCSE, ha incontrato la Commissione Affari esteri.

La delegazione si trovava in visita in Italia nell'ambito di una visita di studio organizzata dal Centro MENA-OCSE di Caserta focalizzata sulla promozione della partecipazione delle donne alla politica, l'accesso alle cariche elettive e la parità di genere, e parte integrante del progetto regionale Promoting Women's Participation in Parliaments and Policy Making Transition Fund del MENA previsto nell'ambito del Partenariato G7 di Deauville.

Il 21 novembre 2019, il Comitato Schengen, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui flussi migratori, ha audito l'Ambasciatore della Tunisia in Italia, Moez Sinaoui, in merito all'incremento dei flussi di migranti dalla Tunisia..

Il 12 novembre 2020, il presidente della Commissione Esteri, Piero Fassino ha avuto un colloquio, in video conferenza. con la presidente della Commissione esteri dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo, Sameh Dammak.

Il conflitto israelo-palestinese, nel più ampio contesto regionale mediorientale, costituisce da sempre interesse prioritario del Parlamento, che ha espresso in più occasioni la preoccupazione per il deteriorarsi della situazione e auspicato un rilancio del processo di pace, sulla cui ripresa potrebbero pesare le conseguenze del conflitto in Ucraina, che rende di fatto improbabile la ripresa di un'iniziativa del Quartetto, composto da Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione europea e Russia.

Il dialogo tra le parti sembra essere attualmente interrotto, nonostante qualche segnale di distensione da parte di Israele in campo economico, su cui però pesano le iniziative di costruzione di insediamenti nei Territori occupati, questione sulla quale l'Italia ha espresso in più occasioni sia a livello bilaterale, sia a livello multilaterale, la propria contrarietà all'ipotesi di annessioni israeliane di porzioni della Cisgiordania e della Valle del Giordano.

Sul piano delle relazioni parlamentari, nel corso della XVIII legislatura si sono svolti diversi incontri bilaterali sia a livello della Presidenza della Camera che della Presidenza della Commissione Affari Esteri con gli Ambasciatori di Israele e Palestina nonché con parlamentari e rappresentanti ministeriali dei due Paesi.

In particolare, il Presidente della Camera ha incontrato il suo omologo israeliano nel 2018 e il Ministro degli Esteri palestinese nel 2019 e nel 2021.

E' stato inoltre rinnovato il Gruppo di collaborazione parlamentare Italia-Israele, la cui istituzione trae origine dal Protocollo di collaborazione firmato il 6 ottobre 2009 dai Presidenti della Camera e della Knesset. Nel corso della legislatura il Gruppo di collaborazione, pur non potendo effettuare visite in Israele a causa della pandemia, ha svolto un'intensa attività attraverso incontri periodici con l'Ambasciatore di Israele in Italia e il suo Vice Capo missione, con alcuni parlamentari israeliani in visita in Italia, nonché online con gli omologhi della Knesset e con alti funzionari del Ministero degli Affari esteri.

Per quanto attiene attività conoscitive promosse dalla Commissione Affari esteri della Camera sugli sviluppi del conflitto, nella seduta del 21 luglio 2021  , si è tenuta un'audizione informale, alla quale hanno preso parte Alessandra Annoni, professoressa associata in diritto internazionale presso l'Università degli Studi di Ferrara, Sergio Bassoli, presidente del Coordinamento associazione per la Palestina, Janiki Cingoli, presidente del Centro italiano per la pace in Medio Oriente (CIPMO), Giorgio Gomel, economista e componente del Comitato direttivo di Jcall-European Jewish Call for Reason, Triestino Mariniello, Senior Lecturer in Law, Liverpool John Moores University, esperto in diritto internazionale umanitario, Fabio Nicolucci, analista strategico presso l'ISPI e Paolo Pezzati, Humanitarian Policy Advisor presso OXFAM Italia.

Nella seduta del 13 luglio 2021, si è svolta un'audizione informale di Fiamma Nirenstein, giornalista ed esperta di geopolitica ed Alex Zarfati, presidente dell'associazione "Progetto Dreyfus", mentre nella seduta del 24 maggio 2022  , si è svolta un'audizione di rappresentanti israeliani e palestinesi della Two State Solution Coalition.  Il 6 luglio 2022   si è svolta un'audizione informale della relatrice Speciale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni nn. 7-00681 Boldrini, 7-00712 Ermellino, 7-00721 Di Stasio, 7-00730 Orsini, 7-00731 Formentini, sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente (il cui iter non è stato ultimato a causa dello scioglimento anticipato delle Camere).

Nella seduta del 14 giugno 2022   la dep. Laura Boldrini ha riferito alla III Commissione sugli esiti della sua visita in Israele e nei Territori palestinesi occupati (2-5 giugno 2022).

Gli sviluppi della situazione in Libano sono stati attentamente monitorati dal Parlamento, in particolare in relazione alla difficile situazione economica e finanziaria che aveva portato il Paese al default, cui si sono sommate le conseguenze dell'esplosione accidentale di un deposito di nitrato di ammonio, avvenuta il 4 agosto 2020, nel porto di Beirut che ha devastato la città e provocato oltre 220 morti e 6.500 feriti.

La gravità dell'incidente, cui è seguito l'inasprimento delle relazioni all'interno delle forze politiche, ha accelerato la crisi politica interna determinando il successivo 10 agosto le dimissioni del Primo Ministro Hassam Diab, cui è seguito un lungo periodo di stallo, conclusosi il 10 settembre 2021 con la formazione del governo di Najib Mikati, che dopo 10 mesi di consultazioni ha ottenuto la fiducia dai principali esponenti politici dell'area sunnita, dal Presidente del Parlamento, Saad Hariri, dal partito druso dei Progressisti socialisti, dalla formazioni sciite di Amal ed Hezbollah.

Il 15 maggio 2022 si sono tenute le elezioni legislative che hanno delineato un'Assemblea maggiormente frammentata, con un ridimensionamento del partito sciita Hezbollah e l'ingresso di 13 candidati indipendenti, tra cui alcuni attivisti dei movimenti di protesta del 2019 e 2020.

Tuttavia, come sottolineato dai commentatori internazionali, nonostante la profonda crisi economica, l'inflazione galoppante e l'estrema povertà di vasti settori popolari, il sistema politico ha sostanzialmente tenuto. Il 31 maggio, Saad Hariri è stato eletto per la settima volta alla Presidenza del Parlamento. Il 23 giugno, il Premier dimissionario Mikati ha nuovamente ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica, Aoun, di formare un nuovo governo.

La Comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la situazione e per l'impatto che essa ha su tutti i gruppi vulnerabili ulteriormente aggravati dalla crisi alimentare ed energetica conseguente alla guerra in Ucraina. Un'attività di supporto alla popolazione è anche svolta dalla missione dell'ONU UNIFIL 2, nella quale il contingente italiano svolge un ruolo di primo piano.

Sul piano legislativo, si segnala la legge 29 luglio 2019, n. 79   riguardante la ratifica e l'esecuzione dello Scambio di Note per la proroga dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano del 21 giugno 2004, fatto a Beirut il 25 luglio e il 16 settembre 2016.

Sul versante delle attività conoscitive, la III Commissione ha audito informalmente, nella seduta del 10 settembre 2020, il gen. giv. Stefano Del Col, comandante della Missione delle Nazioni Unite – UNIFIL, sui recenti sviluppi della situazione in Libano. Nella seduta del 13 gennaio 2022  , si è svolta l'audizione dell'ambasciatrice d'Italia in Libano, Nicoletta Bombardiere, nell'ambito della discussione congiunta delle richiamate risoluzioni nn. 7-00713 Ermellino, 7-00759 Quartapelle Procopio e 7-00727 Di Stasio sulla crisi in Libano.

Il conflitto armato yemenita, iniziato nel marzo 2015, tra la coalizione internazionale guidata dall'Arabia Saudita e le forze dell'alleanza militare composta dal gruppo armato Houthi, ha generato una catastrofe economica e umanitaria . Le Nazioni Unite stimano che dall'inizio del conflitto vi siano stati almeno 337.000 morti, di cui il 60% a causa delle conseguenze della guerra che ha determinato mancanza di cibo e acqua potabile, diffusione di malattie e assenza di assistenza medica adeguata e che circa 20,8 milioni di yemeniti necessitino di assistenza umanitaria. La crisi umanitaria è stata ulteriormente peggiorata dalla diffusione del Covid-19 e dalla riduzione delle rimesse conseguenti alla pandemia.

L'Accordo di Riyadh fra il Governo internazionalmente riconosciuto di Abd Rabu Mansour Hadi e quello secessionista del Consiglio di transizione del Sud, raggiunto nel novembre 2019 con la mediazione dell'Arabia Saudita, ha consentito nel dicembre 2020 la formazione di un governo di potere condiviso, con 24 ministeri sono ugualmente distribuiti tra i rappresentanti del Nord e del Sud del Paese. Tuttavia l'Accordo è rimasto in gran parte inattuato e il Paese ha continuato ad essere attraversato da attentati e scontri a fuoco.

Dal 2 aprile 2022, in concomitanza con il mese sacro del ramadam, si è raggiunta, con la mediazione delle Nazioni Unite, una tregua nazionale, ovvero un accordo informale di sospensione dei combattimenti per due mesi, che è stata rinnovata da ultimo fino al prossimo 2 ottobre.

L'attenzione del Parlamento al conflitto yemenita si è espressa nell'approvazione da parte della Camera, nella seduta del 26 giugno 2019  ,  della mozione 1-002014  , d'iniziativa del dep. Cabras ed altri,,concernente iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita ed altri paesi coinvolti nel conflitto in Yemen. La mozione impegna il Governo:

  1. a proseguire, in tutte le sedi competenti, l'azione volta ad ottenere l'immediato cessate il fuoco e l'interruzione di ogni iniziativa militare in Yemen, continuando a sostenere, in particolare, l'iniziativa dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen Martin Griffiths affinché si giunga quanto prima al ritiro delle truppe in campo;
  2. a proseguire, con i partner internazionali, nell'azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita, come stabilito nella terza conferenza dei donatori che si è svolta a Ginevra;
  3. a valutare l'avvio e la realizzazione di iniziative finalizzate alla futura adozione, da parte dell'Unione europea, di un embargo mirato sulla vendita di armamenti ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, prevedendo al contempo consultazioni con gli altri Stati membri dei consorzi internazionali in relazione ai programmi di coproduzione industriale intergovernativi attualmente in essere;
  4. a continuare ad assicurare un'applicazione rigorosa delle disposizioni della legge 9 luglio 1990, n. 185, e ad adottare gli atti necessari a sospendere le esportazioni di bombe d'aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen.

.La Commissione Affari esteri della Camera ha approvato nella seduta del 17 giugno 2020   la risoluzione conclusiva n. 8-00076   sull'evoluzione della crisi in Yemen, a prima firma della deputata Ehm in cui si impegna il Governo a mantenere elevata l'attenzione nei confronti della situazione nel Paese e dell'evoluzione della crisi umanitaria,facilitando l'ingresso nel Paese di beni essenziali per l'attività umanitaria, in particolare nei settori della sicurezza alimentare, della salute, della protezione dei gruppi più vulnerabili, nonché nel settore dello sminamento umanitario ed a svolgere attività di sensibilizzazione, valutando la fattibilità d'iniziative, sia in sede bilaterale sia nei fora multilaterali, sull'importanza della cooperazione internazionale per la conservazione del patrimonio culturale in Yemen.

Inoltre nella seduta del 22 dicembre 2020  , la Commissione ha approvato la risoluzione conclusiva n. 8-00096  , d'iniziativa delle deputate Ehm e Quartapelle Procopio, riguardante la sospensione delle licenze alle esportazioni di armamenti destinati a paesi coinvolti nel conflitto che impegna il Governo, in particolare, ad adottare gli atti necessari per revocare le licenze relative alle esportazioni verso i Paesi dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti di bombe d'aereo e missili, a valutare la possibilità di estendere tale sospensione ad altre tipologie di armamenti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace e ad estendere eventualmente la sospensiva di vendita anche ad atri Paesi coinvolti.

La gravissima situazione umanitaria in Siria, conseguenza di una guerra che si protrae da 11 anni e nella quale – come riportato da un recente rapporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU - oltre 350 mila persone sono state uccise e 14 milioni hanno dovuto lasciare le proprie case – è stata monitorata costantemente in sede parlamentare.

La Commissione Affari esteri della Camera, nella seduta del seduta del 21 ottobre 2020  , ha svolto l'audizione informale del Resident Representative dello United Nations Development Programme (UNDP) in Siria, Ramla Khalidi, mentre nella seduta del 30 marzo 2022   la deputata Ehm ha riferito sugli esiti della missione della deputata presso l'Ufficio in Siria dell'UNDP svolta il 23 febbraio scorso.

Successivamente, nella seduta del 4 maggio 2022   la Commissione ha approvato all'unanimità la risoluzione 7-00826  , d'iniziativa delle deputate Ehm e Sarli, sulla situazione in Siria che impegna il Governo:

  • a rafforzare la cooperazione internazionale in ambito umanitario in Siria, con particolare riguardo ad interventi di «early recovery» volti a migliorare la resilienza e l'accesso ai servizi di base della popolazione siriana, a partire da quella più vulnerabile, donne e minori, sfollati interni e persone con disabilità;
  • ad aumentare, o almeno confermare, il contributo dell'Italia per la Siria, alla Pledging Conference del prossimo 10 maggio a Bruxelles, incrementando i fondi destinati alla cooperazione per consentire di far fronte al conseguente impegno finanziario;
  • a valutare iniziative volte alla conservazione del patrimonio culturale e archeologico della Siria inclusa l'implementazione di contingenti di sicurezza a ripresa degli impegni assunti dal 2016 a seguito della distruzione del sito archeologico di Palmira, della città di Aleppo e Apamea;
  • a promuovere una discussione, in seno all'Unione europea rispetto all'opportunità di effettuare una valutazione sull'impatto del regime sanzionatorio soprattutto per quanto riguarda gli effetti non intenzionali sugli aiuti umanitari e le condizioni di vita della popolazione, in particolare di quella vulnerabile;
  • a sostenere tutte le iniziative utili alla tutela del pluralismo religioso, con particolare attenzione ai cristiani.

Il peculiare interesse riservato dal Parlamento della XVIII legislatura alle problematiche del "Mediterraneo allargato" - in continuità peraltro con gli indirizzi delle pregresse legislature - si è concretizzato,nella deliberazione da parte della Commissione Affari esteri della Camera, nella seduta del 6 settembre 2018  , di un'idagine conoscitiva sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo.

Come espresso nel programma dell'indagine  , essa ha cercato di mettere a tema una sorta di "paradosso geopolitico" poiché la regione appare frammentata e – al contempo – interconnessa: centro di fratture, di competizioni egemoniche, scontro ideologico e settario e snodo di connettività economica, energetica ed infrastrutturale tra tre continenti, Europa, Africa e Asia.Negli ultimi decenni la regione ha subito una profonda trasformazione. Il concetto di Mediterraneo si è progressivamente «allargato»: il perimetro delle sue sfide – dal terrorismo ai flussi migratori – si è spinto oltre le sponde nord e sud, per coinvolgere il Medio Oriente, il Golfo Persico, i Balcani e quella striscia di terra che dall'Africa occidentale attraversa il Sahel e giunge sino al Golfo di Aden.

L'indagine si poneva, pertanto, l'obiettivo di valutare gli strumenti politico-diplomatici più idonei per attuare questo processo di stabilizzazione, corrispondendo pienamente, sul piano della cooperazione sia bilaterale che multilaterale, a molteplici istanze che vanno dal supporto ai processi di institution building al sostegno ai programmi di modernizzazione dei sistemi produttivi e di apertura all'economia di mercato. Compito dell'indagine è stato altresì acquisire elementi di valutazione sulle grandi realtà statuali della regione, a partire dall'Egitto e dall'Algeria.

L'attività d'indagine - che non si è conclusa con l'adoziome di documento finale a motivo dello scioglimento anticipato - si è articolata nelle seguenti 28 audizioni di Ministri e rappresentanti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero della Difesa,rappresentanti di Organizzazioni internazionali e regionali, rappresentanti diplomatici italiani ed esteri, esponenti della società civile,analisti ed esperti::

  • Ettore Greco, vicedirettore dell'Istituto Affari Internazionali (IAI), Silvia Colombo e Andrea Dessì, responsabile del programma di ricerca "Mediterraneo e Medioriente" dello IAI, nella seduta del 15 novembre 2018  ;   
  • Paolo Quercia, direttore del Center for Near Abroad Strategic Studies (CENASS) e docente di studi strategici all'Università di Perugia, nella seduta del 5 dicembre 2018  ;
  • Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali (IAI), nella seduta del 13 dicembre 2018  ;
  • Emanuela Del Re, viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nella seduta del 19 dicembre 2018  ;
  • Alberto Negri, senior advisor Middle East and North Africa dell'ISPI, nella seduta del 24 gennaio 2019  ;
  • Sebastiano Cardi, direttore generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per gli affari politici e di sicurezza, nella seduta del 26 febbraio 2019  ;
  • Giampiero Massolo, presidente dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI), nella seduta del 10 aprile 2019  ;
  • Arturo Varvelli, senior research fellow e condirettore del Centro Medio Oriente e Nord Africa dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI), nella seduta del 15 maggio 2019  ;
  • Carlo Jean, presidente del Centro Studi di Geopolitica Economica, nella seduta dell'11 luglio 2019  ;
  • Giuseppe Buccino Grimaldi, ambasciatore d'Italia in Libia, nella seduta del 25 luglio 2019  ;
  • Marta Ottaviani, giornalista del quotidiano La Stampa, nella seduta del 23 ottobre 2019  ;
  • Gerardo Romano, presidente dell'Osservatorio permanente sul Mediterraneo dell'Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali (EURISPES), e di Alessandro Sansoni, membro dell'EURISPES, nella seduta del 27 novembre 2019  ;
  • Fabrizio William Luciolli, presidente del Comitato Atlantico Italiano, Gabriele Checchia e Giorgio Battisti, componenti del Comitato direttivo del Comitato Atlantico, e Simone Zuccarelli, coordinatore nazionale e responsabile del Programma Transatlantico presso il Comitato Atlantico Italiano, nella seduta del 28 novembre 2019  ;
  • Claudio Cottatellucci, rappresentante della Comunità di Sant'Egidio, nella seduta del 4 dicembre 2019  ;
  • Paolo Magri, direttore dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), nella seduta del 5 dicembre 2019  ;
  • Geir Pedersen, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Siria, nella seduta del 5 dicembre 2019  ;
  • Jean Paul Cavalieri, capo della missione in Libia dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nella seduta dell'8 gennaio 2020  ;
  • Faisal Jeber, geologo e archeologo di Mosul, ed Ismaeel Dawood, segretario dell'Iraqi Civil Society Solidarity Initiative, nella seduta del 15 gennaio 2020;
  • Nicola Pedde, direttore dell'Institute for Global Studies (IGS), nella seduta del 24 gennaio 2020;
  • rappresentanti della Piattaforma delle ong italiane nel Mediterraneo e Medioriente: Silvia Stilli, Associazione ong italiane (AOI), Francesca Annetti, EDUCAID, Ilaria Masieri, Terres des hommes, e Paolo Pezzati, OXFAM Italia. nella seduta del 18 febbraio 2020  ;
  • Olivér Várhelyi, commissario europeo per la Politica di Vicinato e per la Politica di Allargamento, nella seduta del 10 settembre 2020  ;
  • Enrico Granara, garante e supervisore della Rete e coordinatore delle attività multilaterali euromediterranee presso il MAECI, ed Enrico Molinaro, segretario generale della Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo (RIDE), nella seduta del 28 ottobre 2020  ;
  • Maria Angela Zappia, rappresentante Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite a New York, nella seduta del 5 novembre 2020  ;
  • Daniele Frigeri, direttore del Centro studi per la politica internazionale (CeSPI), e Marco Zupi, direttore scientifico del Centro studi per la politica internazionale (CeSPI), nella seduta del 22 dicembre 2020  ;
  • Matteo Bressan, docente di Relazioni internazionali e studi strategici, nella seduta del 22 dicembre 2020  ;
  • Armando Barucco, capo dell'Unità di analisi, programmazione, statistica e documentazione storica del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), nella seduta del 12 gennaio 2021  ;
  • Carl Hallergard, vice direttore esecutivo Medio Oriente e Nord Africa del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) con riferimento al Vicinato meridionale, nella seduta del 17 marzo 2021  ;
  • Lorenzo Guerini, ministro della difesa, nella seduta del 21 aprile 2021  .

Documentazione dei Servizi ed Uffici delle Camere

  • Il conflitto in Siria. Aggiornamento, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 1  , aprile 2018
  • Libia. Ultini sviluppi, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 2  , luglio 2018
  • Nuova fase di instabilità in Libia, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 3  , settembre 2018;
  • Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia, a cura del Servizio Studi della Camera ("Documentazione e ricerche", dossier n. 16  , 6 settembre 2018)
  • Verso una nuova Roadmap della Libia?, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 4  , novembre 2018;
  • Libano, a cura del Servizio Studi della Camera ("Scheda Paese", scheda n. 4  , 2 aprile 2019)
  • La partecipazione italiana alle missioni in Libia, a cura del Servizio Studi della Camera ("Documentazione e ricerche", dossier n. 67  , 30 maggio 2019)
  • Libia: verso una tregua e una ripartenza del processo politico?, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 13  , gennaio 2020
  • Libia: il difficile cammino verso il cessate-il-fuoco e rilancio del processo politico, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 15  , febbraio 2020
  • Siria: dopo 9 anni di conflitto a che punto siamo?, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 17  , aprile 2020;

  • Libia: ultimi sviluppi, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 22  , maggio 2020;

  • L'evoluzione della crisi libica: cronologia dei più recentiavvenimenti (aprile 2019-aprile 2020), a cura del Servizio Studi della Camera ("Note di politica internazionale", nota n. 8  , 14 maggio 2020)
  • Libia: le speranze e le incognite attorno al cessate il fuoco, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 36  , febbraio 2021;

  • La guerra nello Yemen: eventi, attori e scenari del conflitto dalla "primavera araba" alla "svolta" di Biden, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 38  , marzo 2021

  • Libia: il nuovo governo unificato ad interim, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 4  1, aprile 2021

  • Accordo con il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019 - A.C. 3038, a cura del Servizio Studi della Camera ("Progetti di legge", dossier n. 434  , 11 maggio 2021).
  • Accordo con il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di personee merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 - A.C. 3042, a cura del Servizio Studi della Camera ("Progetti di legge", dossier n. 435  ,11 maggio 2021)
  • La Libia alla vigilia della Conferenza di Berlino 2, a cura del Servizio Affari internazionali del Senato, nota n. 45  , giugno 2021

Ricerche dell'Osservatorio di politica internazionale

Nella collana Focus la pubblicazione trimestrale Mediterraneo allargato  .

Nella collana Note:

Nota n. 94, La ripresa del negoziato sul nucleare iraniano e il ruolo dell'Italia nella costruzione di un'architettura di sicurezza regionale  ;

Nota n. 93, La spesa militare nei paesi del Medio Oriente e Nord Africa  ;

Nota n. 90, Il ruolo delle minoranze etniche e religiose in Iraq  ;

Nota n. 89, La questione del Sahara occidentale: origine e sviluppi  ;

Nota n. 85, Nuovo protagonismo della Turchia nello scacchiere regionale  ;

Nota n. 83, La perdurante instabilità della regione saheliana  ,

Nota n. 80, La difficile stabilizzazione della Libia tra diplomazia e minaccia jihadista  ,

 

Nella collana Approfondimenti:

Approfondimenti n. 188, L'evoluzione politica ed economica del Libano: 2020-2022  ;

Approfondimenti n. 187, Tunisia in trasformazione: il futuro del Paese dopo il colpo di Stato di Kais Saied  ;

Approfondimenti n. 179, Quale engagement per gli Usa nel Mediterraneo e in Medio Oriente?  

Approfondimenti n. 176, Il ruolo degli attori mediorientali nella questione del Nilo e nella crisi del Tigray  ,

Approfondimenti n. 175, Dal Sahel al Mozambico: insorgenze jihadiste in Africa subsahariana  ;

Approfondimenti n. 174, Opzioni per una strategia dell'Unione Europea verso la Turchia  ;

Approfondimenti n. 169, Il Sahel dopo il colpo di Stato in Mali  ;

Approfondimenti n. 167, La repubblica islamica d'Iran: assetto istituzionale, quadro politico interno e scelte di politica estera  ;

Approfondimento n. 166, Mediterraneo orientale: nuove dinamiche e sfide emergenti  ;

Approfondimenti n. 162, Il Libano alla prova dei fatti. I nodi delle crisi interne e le sfide della politica estera  ;

Approfondimenti n. 156, La rivalità religiosa e geopolitica tra Iran e Arabia Saudita in Medio Oriente  ;

Approfondimenti n. 154, L'evoluzione della crisi siriana tra instabilità interna e competizione regionale  ;

Approfondimento n. 152, Il secondo mandato del Presidente al-Sisi e il quadro politico in Egitto  ;

Approfondimento n. 151, Le nuove dimensioni dell'instabilità libica: conflitti interni, rivalità regionali e affanno della diplomazia  ;

Approfondimenti n. 149, La politica regionale della Repubblica islamica di Iran  ;

Approfondimenti n. 141, Cooperazione e competizione degli attori mediorientali e internazionali nel Corno d'Africa  .