Cittadinanza e immigrazione

La riorganizzazione dei servizi di accoglienza

Nel corso della XVIII legislatura sono stati adottati su impulso del Governo alcuni interventi normativi volti ad una rivisitazione del sistema di accoglienza, anche mediante la razionalizzazione dei servizi, anche a fronte della contrazione dei flussi migratori che si era registrata all'inizio della legislatura (si v. comunicazioni del Ministro dell'interno   pro tempore sulle linee programmatiche del suo dicastero alle Commissioni congiunte affari costituzionali di Camera e Senato, 25 luglio 2018). 

In tale direzione si è mossa la direttiva del Ministro dell'interno indirizzata ai Prefetti in data 23 luglio 2018  , avente  ad oggetto indirizzi per la rivisitazione dei servizi di accoglienza per richiedenti asilo, tra cui:

  • l'individuazione dei servizi prestazionali per gli ospiti delle strutture di prima accoglienza, in coerenza con le dimensioni e le tipologie di struttura (individuali o collettive), definendone il valore di riferimento;
  • l'inclusione, nei servizi di base di accoglienza comuni, oltre all'alloggio e al vitto, della cura dell'igiene, dell'assistenza generica alla persona (mediazione linguistico-culturale, informazione normativa), della tutela sanitaria e di un sussidio per le spese giornaliere;
  • l'esigenza di porre particolare attenzione alla determinazione delle basi d'asta dei servizi, da individuare sulla scorta dei prezzi standard di riferimento stabiliti da centrali di committenza, ovvero indicati dall'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nelle proprie delibere, con valenza regolatoria finalizzata al risparmio della spesa.

La revisione dei servizi di accoglienza è proseguita con alcune disposizioni contenute nel D.L. 113 del 2018   (c.d. decreto sicurezza e immigrazione  ) che, nell'ottica di una progressiva razionalizzazione del sistema, avevano previsto la progressiva chiusura delle strutture di accoglienza emergenziale temporanea (ex art. 11, D.Lgs. 142/2015  ). A tal fine si istituiva un monitoraggio sull'andamento dei flussi migratori (articolo 12-bis, DL 113/2018).

Nel contempo, quel decreto ha introdotto l'obbligo da parte delle cooperative sociali svolgenti attività a favore di stranieri immigrati di pubblicare l'elenco dei soggetti a cui vengano versate somme per lo svolgimento di servizi finalizzati ad attività di integrazione, assistenza e protezione sociale (articolo 12-ter).

Ulteriori interventi di razionalizzazione del sistema di accoglienza sono stati previsti dalla legge di bilancio per l'anno 2019 (L. 145 del 2018  ), che ha demandato al Ministero dell'interno di provvedere sia alla razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l'immigrazione (tenuto conto della contrazione del fenomeno migratorio), sia alla riduzione del costo giornaliero di accoglienza dei migranti (art. 1, co. 767). Dalla realizzazione di tali interventi - previa estinzione dei debiti pregressi - erano attesi risparmi almeno pari a: 400 milioni di euro per il 2019; 550 milioni di euro per il 2020; 650 milioni di euro a decorrere dal 2021. I risparmi determinati dagli interventi di razionalizzazione sono connessi alla "attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari". 

L'art. 3, co. 6 del D.L. n. 16/2022 (poi confluito nell'art. 5-quater, co. 8, D.L. 14/2022) ha previsto la sospensione di efficacia per l'anno 2022 delle misure di accantonamento dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l'immigrazione previste dalla legge di bilancio 2019, in base alla quale eventuali risparmi realizzati in eccesso rispetto alle soglie indicate, e accertati annualmente con decreto interministeriale da adottare entro il 30 settembre di ciascun anno, sono destinati alle esigenze di funzionamento del Ministero dell'interno.

Per tali risparmi è previsto un apposito fondo nel programma "Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza" della missione "Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche" del Ministero medesimo.

Si ricorda inoltre il decreto-legge n. 130 del 2020 ha diversificato i servizi della rete SAI, articolandoli in due livelli di prestazioni: il primo livello dedicato ai richiedenti protezione internazionale (con prestazioni di accoglienza materiale, assistenza sanitaria, assistenza sociale e psicologica, mediazione linguistico-culturale, somministrazione di corsi di lingua italiana e i servizi di orientamento legale e al territorio); il secondo livello rivolto a coloro che della protezione internazionale siano già titolari (con servizi aggiuntivi finalizzati all'integrazione, comprensivi dell'orientamento al lavoro e della formazione professionale).