tema 19 settembre 2022
Studi - Bilancio I fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020

L'Accordo di partenariato tra l'UE e l'Italia, adottato il 29 ottobre 2014 e successivamente revisionato nel febbraio 2018, reca l'impianto strategico e la selezione degli obiettivi tematici su cui si concentrano gli interventi finanziati dai Fondi Strutturali e di Investimento europei (Fondi SIE). Si tratta, nel complesso, di circa 44,8 miliardi di risorse comunitarie assegnate all'Italia, di cui oltre 36 miliardi destinati specificamente alla politica di coesione, a valere sul Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e Fondo Sociale Europeo (FSE). Ai contributi europei si sono aggiunte le risorse derivanti dal cofinanziamento nazionale, oltre 19 miliardi di euro, per un totale di risorse finanziarie derivanti dai Fondi strutturali per il periodo di programmazione 2014-2020 pari a 55,2 miliardi di euro complessivi, la gran parte delle quali è stata destinata all'Obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione".

Nel corso del 2020, per affrontare la crisi sanitaria pubblica conseguente all'epidemia COVID-19, a seguito di specifiche iniziative adottate dalla Commissione europea, denominate "Coronavirus Response Investment Initiative (CRII)" e "Coronavirus Response Investment Initiative plus (CRII+)", è stata introdotta una flessibilità eccezionale nell'impiego dei Fondi Strutturali e di Investimento europei, concedendo agli Stati membri la possibilità di procede ad una riprogrammazione dei Programmi Operativi attuativi, con l'applicazione di un tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi europei, per le spese destinate a contrastare gli effetti generati dall'epidemia.

Inoltre, con l'iniziativa denominata "REACT-EU", la Commissione UE ha assegnato alla politica di coesione ulteriori risorse per gli anni 2021 e 2022 (circa 14 miliardi di euro per l'Italia), destinate specificamente al superamento degli effetti della crisi sanitaria da COVID-19, che hanno portato l'importo complessivo delle risorse dei Fondi strutturali (FESR e FSE), sia comunitarie che di cofinanziamento nazionale, a oltre 62,8 miliardi di euro.

In merito all'attuazione finanziaria, secondo i dati più recenti forniti nel Bollettino di Monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato, alla data del 30 aprile 2022, lo stato di utilizzo dei Fondi strutturali si attesta, per ciò che attiene agli impegni, ad un valore pari al 77,3% delle risorse programmate (62,8 miliardi di euro) mentre i pagamenti hanno raggiunto oltre 32 miliardi, corrispondenti al 51,6% delle risorse programmate.

Alla data del 31 dicembre 2021 sono risultati, inoltre, pienamente raggiunti i target di spesa comunitari. Come riportato nel Comunicato dell'Agenzia per la coesione, tutti i 51 Programmi Operativi cofinanziati dai fondi UE hanno raggiunto l'obiettivo fissato per l'N+3 dell'anno 2021. La spesa complessivamente certificata alla Commissione europea è risultata pari a 28,6 miliardi di euro.

 

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La politica di coesione è la politica che l'Unione Europea mette in campo per ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni degli Stati membri e per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale.

 

Il quadro normativo comunitario che definisce gli obiettivi e gli strumenti finanziari di intervento per il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 è definito dal Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sui Fondi strutturali e di investimento europei. Singoli regolamenti, poi, contengono disposizioni specifiche per ciascun Fondo.

La disciplina relativa ai singoli Fondi della politica di coesione è contenuta nei Regolamenti n. 1301/2013 relativo al Fondo Europeo di sviluppo regionale (FESR), n. 1304/2013 relativo al Fondo Sociale Europeo (FSE) e n. 1300/2013 relativo al Fondo di coesione, nonché nel regolamento UE n. 1299/2013 recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale agli obiettivi della cooperazione territoriale europea e nel regolamento (UE) n. 1302/2013 che modifica il regolamento (CE) n. 1082/2006 relativo a un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT).

 

Con la Decisione 18 febbraio 2014, n. 2014/99/UE, la Commissione UE ha individuato le aree ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali.

Riguardo alle risorse, con la Decisione di esecuzione della Commissione europea del 3 aprile 2014 (2014/190/UE), la Commissione aveva ripartito tra gli Stati membri gli stanziamenti complessivi destinati dalla UE alla coesione economica, sociale e territoriale - indicati, in coerenza con l'accordo generale sul Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, in termini di impegni, in 325,14 miliardi di euro (circa l'8% in meno rispetto al periodo 2007-2013) – destinandoli all'attuazione di due soli obiettivi:

a)    l'Obiettivo "Investimenti per la crescita e l'occupazione";

b)    l'Obiettivo "Cooperazione Territoriale Europea".

 

Nel corso del 2016, la Commissione ha provveduto ad un riesame delle assegnazioni totali degli Stati membri nel quadro dell'Obiettivo Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione della politica di coesione, a norma degli articoli 6 e 7 del Regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020.

Si tratta di un adempimento di verifica previsto dalla normativa a metà del ciclo di programmazione, anche in considerazione all'adeguamento tecnico del Quadro finanziario pluriennale connesso all'evoluzione del reddito nazionale lordo (RNL).

La Commissione ha presentato i risultati di tale riesame in una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo del 30 giugno 2016, concernente l'adeguamento tecnico del quadro finanziario per il 2017 all'evoluzione del reddito nazionale lordo (RNL) e l'adeguamento delle dotazioni per la politica di coesione.

L'effetto netto totale di tali adeguamenti consiste nell'aumento delle risorse comunitarie complessive per la coesione economica, sociale e territoriale di 4 miliardi di euro.

 

Con il Regolamento (UE) 2017/2305 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2017 (che ha modificato il precedente regolamento (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda l'ammontare delle risorse per la coesione e peri i due Obiettivi "Investimenti" e "Cooperazione"), le risorse per la coesione economica, sociale e territoriale disponibili per gli impegni di bilancio per il periodo 2014-2020 sono state aggiornate e fissate a 329,978 miliardi di euro, a prezzi 2011, di cui 325,9 miliardi destinati ai fondi strutturali (FESR, FSE e Fondo di coesione).

Gran parte delle risorse, oltre 317 miliardi di euro (in luogo dei 313 miliardi prima previsti) è destinata all'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione", che interessa le seguenti tre categorie di regioni:

  • regioni meno sviluppate, ovvero con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-27 (per l'Italia, rientrerebbero in questa categoria Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia);
  • regioni in transizione, con un PIL pro capite fra il 75% e il 90% della media UE (per l'Italia, Abruzzo, Molise e Sardegna);
  • regioni più sviluppate, con un PIL pro capite superiore al 90% della media del'UE (per l'Italia, le regioni del centro nord non incluse nel nuovo obiettivo regioni in transizione.

Le risorse residue sono destinate all'Obiettivo della cooperazione transnazionale, interregionale e transfrontaliera (8,9 miliardi) e all'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (4 miliardi).

Le risorse messe a disposizione dall'Unione europea sono, si ricorda, aggiuntive, mai sostitutive, rispetto alle normali fonti di finanziamento delle diverse politiche in capo a ogni Stato membro, sulla base del principio dell'addizionalità.

 

Nella tabella che segue è riportata la ripartizione tra gli Stati membri delle risorse comunitarie complessivamente destinate ai fondi strutturali, a prezzi correnti (cioè comprensivi degli effetti dell'indicizzazione annuale del 2%), ai sensi della Decisione di esecuzione (UE) 2016/1941 del 3 novembre 2016, che ha modificato la precedente Decisione della Commissione europea del 3 aprile 2014 (2014/190/UE):

Fonte:  Decisione di esecuzione della Commissione europea del 3 novembre 2016 ( 2016/1941/UE ), che ha modificato la precedente Decisione di esecuzione della Commissione europea del 3 aprile 2014 (2014/190/UE).

(*) L'Unione europea conta 9 regioni geograficamente molto distanti dal continente europeo, ma che sono parte integrante dell'UE. Esse comprendono: i 5 dipartimenti francesi d'oltremare (Martinica, Guadalupa, Guyana, Riunione e Mayotte); Saint-Martin ("collectivités d'Outre-mer"); le 2 regioni autonome portoghesi (Madera e Azzorre); le isole Canarie (Comunità autonoma spagnola).
(**) Per l'Italia, cfr. Decisione di esecuzione della Commissione europea dell'8 febbraio 2018 ( C(2018) 598 final ), che, modificando la Decisione 2016/1941/UE, ha accolto la proposta italiana di una diversa ripartizione delle risorse tra le tre categorie di regioni, già inglobata nell'Accordo di partenariato,.

Nel complesso, all'Italia sono assegnati 33,9 miliardi di euro a prezzi correnti, così ripartiti:

  • regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia): 23,4 miliardi;
  • regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna): 1,5 miliardi;
  • regioni più sviluppate (restanti regioni del centro-nord): 7,9 miliardi;
  • cooperazione territoriale: 1,1 miliardo.

 

Considerando anche gli stanziamenti assegnati per il Fondo per lo Sviluppo rurale (FEASR), pari 10,4 miliardi di euro e quelli per la Pesca (FEAMP), pari a 537 milioni, l'Italia ha ottenuto un finanziamento complessivo, per la parte comunitaria, pari a circa 44,8 miliardi di euro.

Rispetto alla originaria ripartizione, con la Decisione UE 2016/1941 le risorse per l'Italia sono state incrementate di 1.645,2 milioni di euro.
Tale incremento è stato destinato per 1.057,9 milioni alle regioni meno sviluppate, per 404,3 milioni alle regioni in transizione e per 183 milioni alle regioni più sviluppate.

 

ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022

Il Regolamento (UE) n. 1303/2013 reca le regole di programmazione applicabili al periodo 2014-2020, prevedendo:

  • l'istituzione di un quadro strategico comune per tutti i fondi SIE, relativi sia alla politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e, per i Paesi che ne beneficiano, Fondo di coesione) sia all'agricoltura e alla pesca (Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e Fondo europeo per la pesca). L'Accordo di partenariato stabilisce, per ciascuno Stato membro dell'UE, il quadro strategico della programmazione nazionale relativa al periodo 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE);
  • la concentrazione dell'intervento dei fondi SIE su un ristretto numero di obiettivi tematici comuni, connessi gli obiettivi della strategia Europa 2020;
  • lo stretto collegamento della programmazione nazionale con i programmi nazionali di riforma e i programmi nazionali di stabilità e convergenza elaborati dagli Stati membri e con le raccomandazioni specifiche per ciascun paese adottate dal Consiglio sulla base dei medesimi programmi;
  • la ridefinizione delle regole di condizionalità per l'erogazione dei fondi, che sono articolate in tre tipologie:

     a)  ex ante, definite nelle norme specifiche di ciascun Fondo e riportate nell'Accordo di partenariato dei singoli Stati membri;

     b)  rispetto dei parametri macroeconomici e di finanza pubblica previsti nell'ambito della governance economica; in particolare, la Commissione europea può chiedere ad uno Stato membro di rivedere l'accordo di partenariato e i relativi programmi operativi, ove necessario per dare attuazione alle raccomandazioni indirizzate alo Stato stesso nell'ambito di una procedura per disavanzo eccessivo o per squilibri macroeconomici. Se il Paese membro non soddisfa la richiesta della Commissione può adottare una decisione di sospensione di parte o di tutti i pagamenti relativi ai programmi interessati, da sottoporre al Consiglio dell'UE;

     c)  ex post (da completare entro il 31 dicembre 2023), vincolate al raggiungimento di obiettivi predeterminati. Il mancato conseguimento degli obiettivi può determinare la sospensione dei finanziamenti; una grave insufficienza nella realizzazione degli obiettivi di un programma può dare luogo alla soppressione del programma stesso.

  • il 6% degli stanziamenti complessivi per i fondi strutturali è riservato ai programmi che hanno raggiunto gli obiettivi concordati nell'ambito della Strategia Europa 2020 (riserva di efficacia).

Per quanto attiene ai target annuali di spesa certificata, la Programmazione 2014-2020 ha visto portare la prima scadenza dal secondo al terzo anno successivo a quello dell'impegno di bilancio del Programma operativo: si passa quindi dalla regola "n+2", valida per la Programmazione 2007-2013, alla regola "n+3", regola che, com'è noto, prevede il definanziamento delle risorse comunitarie non spese entro il triennio successivo all'annualità di riferimento, definanziamento che comporta, inoltre, la parallela riduzione della quota di cofinanziamento nazionale.

Pertanto le certificazioni alla Commissione devono essere presentate entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello dell'impegno nell'ambito del Programma..

ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022

L'accordo di partenariato è lo strumento che stabilisce, per ciascuno Stato membro dell'UE, il quadro strategico della programmazione nazionale relativa al periodo 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE), vale a dire i fondi destinati alla politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, FESR; Fondo sociale europeo, FSE; e, per i Paesi che ne beneficiano, Fondo di coesione) nonché il Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

I Fondi inclusi nell'accordo di partenariato devono essere attuati mediante Programmi Operativi elaborati dagli Stati membri o da un'autorità da essi designata. Ciascun programma definisce le priorità, gli obiettivi specifici, le dotazioni finanziarie del sostegno dei Fondi e il corrispondente cofinanziamento nazionale. I Programmi Operativi sono valutati ed approvati dalla Commissione europea.

 

La Commissione Europea ha adottato l'Accordo di Partenariato con l'Italia il 29 ottobre 2014 con Decisione di esecuzione C(2014) 8021 final.

L'Accordo di Partenariato è stato peraltro recentemente revisionato - al fine di ricomprendere nella sua impostazione le maggiori risorse comunitarie assegnate all'Italia, a seguito dell'adeguamento tecnico del QFP 2014-2020 per la politica di coesione per l'anno 2017, di cui si è già detto - e le modifiche sono state approvate dalla Commissione con la Decisione di esecuzione C(2018) 598 final, dell'8 febbraio 2018.

La modifica dell'Accordo di partenariato riguarda principalmente l'inserimento di un importo addizionale di 1,6 miliardi di euro di fondi strutturali (di cui 1 miliardo a valere sul FESR e 0,6 miliardi sul FSE), assegnato con la Decisione UE 2016/1941. Tale incremento è stato destinato per 1.057,9 milioni alle regioni meno sviluppate, per 404,3 milioni alle regioni in transizione e per 183 milioni alle regioni più sviluppate.

Nell'impostazione strategica dell'Accordo di partenariato, come revisionato a seguito della Decisione di febbraio 2018, sono considerate il complesso delle risorse comunitarie assegnate all'Italia:

  • a titolo dei due Fondi strutturali per la politica di coesione - Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e al Fondo sociale europeo (FSE) - pari a 32,7 miliardi euro (in luogo dei 31,1 prima assegnati), assegnati all'Obiettivo Investimenti;
  • a titolo di Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), nell'importo di 10,4 miliardi di euro, e di Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per 537 milioni di euro.

Considerando anche le risorse assegnate per l'Obiettivo Cooperazione territoriale europea, circa 1,1 miliardi si euro, si tratta, nel complesso, di circa 44,8 miliardi di euro.

 

L'impostazione strategica è articolata su 11 obiettivi tematici, corrispondenti a quelli individuati dall'articolo 9 del Reg. UE n. 1303/2013.

Nella tabella che segue, riportata nell'Accordo di partenariato, come revisionato a seguito della Decisione di febbraio 2018, è indicata l'allocazione finanziaria a livello nazionale, per Obiettivo Tematico, del complesso delle risorse comunitarie assegnate all'Italia, per un totale di 43,7 miliardi di euro, escluse cioè le risorse per l'Obiettivo "Cooperazione territoriale europea" (1,1 mld), in quanto tali risorse, ai sensi dei regolamenti comunitari, non sono programmate nell'ambito dell'Accordo di partenariato.

Allocazione delle risorse comunitarie per Obiettivo tematico e per Fondo

 (importi in milioni di euro, comprensivi di indicizzazione)

L'impostazione strategica contiene inoltre una espressa strategia territoriale in due ambiti specifici (quello delle "aree interne" e quello delle "città", realtà territoriali caratterizzanti il territorio italiano e non pienamente valorizzate) che non si limita solo a definire tipologie di territorio di intervento, ma che identifica anche i contenuti principali dei risultati da perseguire.

ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022

Le risorse comunitarie assegnate all'Italia per i Fondi strutturali (FESR e FSE), considerando anche l'Obiettivo "Cooperazione territoriale europea", ammontano complessivamente a 33,9 miliardi di euro (con un incremento rispetto ai 28,8 miliardi della precedente programmazione 2007-2013, comprensivi dell'indicizzazione pari al 2% annuo), così ripartite tra i due obiettivi e tra le tre categorie di regioni beneficiarie:

Ripartizione delle risorse dei fondi strutturali destinate all'Italia per obiettivo
(importi in miliardi di euro, prezzi correnti)

Come si evince dalla tabella, circa il 96,75 per cento delle risorse comunitarie sono destinate all'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione", ed in particolare, nell'ambito di tale obiettivo, alle regioni meno sviluppate, che restano la priorità fondamentale per la politica di coesione in Italia, per un importo pari a 23,4 miliardi di euro (corrispondente a circa il 69% delle risorse complessive dell'obiettivo).

Circa 7,9 miliardi interessano le regioni del Centro-Nord (regioni più sviluppate) e 1,5 miliardi è destinato alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna).

Alle risorse suindicate si aggiungono gli importi assegnati per il Fondo europeo per l'aiuto agli indigenti (672,6 milioni di euro) e per l'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), pari a 567,5 milioni di euro. Queste ultime attuate mediante un apposito Programma Operativo Nazionale .

Nel complesso, dunque, per la politica di coesione l'Italia beneficia di circa 35,1 miliardi di euro di risorse comunitarie.

L'Accordo di partenariato individua numerosi Programmi regionali e Programmi nazionali attuativi dei fondi strutturali (FESR e FSE), i cui contenuti specifici sono stati definiti con apposito negoziato con la Commissione Europea su ciascuno di essi. Nel complesso, la Programmazione comunitaria 2014-2020 prevede in Italia la realizzazione di 51 Programmi Operativi cofinanziati a valere sui 2 Fondi strutturali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE) che cofinanziano 39 Programmi Regionali (POR) e 12 Programmi Nazionali (PON).

In merito alla revisione dell'allocazione delle risorse addizionali assegnate all'Italia a seguito dell'adeguamento tecnico del QFP 2014-2020 per la politica di coesione per l'anno 2017 (Decisione UE 2016/1941), si sottolinea che - a seguito del negoziato con la Commissione europea e del negoziato a livello nazionale conclusosi con la seduta della Conferenza Unificata del 25 maggio 2017 - si è concordato di indirizzare le risorse assegnate (come già detto pari a 1,645 miliardi di euro), verso misure volte a fronteggiare la crisi migratoria, a sostenere l'occupazione giovanile, a favorire gli investimenti attraverso il sostegno alla Strategia nazionale di specializzazione intelligente e alla Iniziativa PMI. In aggiunta si è inteso rafforzare la strategia di intervento nelle aree colpite dagli eventi sismici che hanno colpito i territori dell'Italia centrale nei mesi di agosto 2016 e gennaio 2017, destinando una quota di risorse agli interventi di prevenzione e contenimento del rischio sismico nonché di ricostruzione del tessuto socio-economico dei territori.

In particolare, la proposta di riparto delle risorse addizionali ha previsto l'assegnazione di 560 milioni di euro per l'Iniziativa Occupazione Giovani, 445 milioni per la Strategia nazionale di Specializzazione Intelligente, 220 milioni per i fenomeni migratori e 220 milioni per l'Iniziativa PMI, a cui si aggiunge il contributo di solidarietà di 200 milioni per le aree interessate dal sisma. La proposta di riparto interessa le regioni meno sviluppate per il 71,37%, le regioni in transizione per il 4,60% e le regioni più sviluppate per il 24,03% (cfr. Intesa sancita in Conferenza Unificata del 25 maggio 2017).

Le risorse addizionali integrano programmi già esistenti, mediante riprogrammazione degli stessi, con un incremento quantitativo delle risorse finanziarie e una rimodulazione dei relativi risultati attesi e cronoprogrammi. L'intervento di riprogrammazione è stato rivolto prevalentemente a programmi nazionali, in modo da concentrare l'azione di riprogrammazione su pochi programmi, ad eccezione delle azioni per la prevenzione del rischio sismico, per le quali si è intervenuto sui programmi regionali (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria). I Programmi nazionali interessati dalla riprogrammazione sono il PON Iniziativa Occupazione Giovani e il PON Sistemi di Politiche attive per l'Occupazione che insistono su tutto il territorio nazionale. Per gli interventi in campo migratorio interviene il PON Legalità, con azioni essenzialmente dirette alle Regioni del Mezzogiorno. Oltre agli interventi di natura infrastrutturale per il miglioramento del sistema di prima e seconda accoglienza, la questione migranti sarà, inoltre, affrontata con misure di inclusione sociale, coinvolgendo nella riprogrammazione anche il PON Inclusione. Il PON Imprese e Competitività, il cui ambito di intervento è esteso al Centro-Nord, è riprogrammato al fine di sostenere le filiere produttive nei settori della SNSI e di incrementare l'integrazione fra finanziamenti pubblici e privati e fra sovvenzioni e strumenti finanziari.

ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022

Ai fini della politica di coesione, oltre alle risorse comunitarie vanno considerate, per il principio della addizionalità, le risorse provenienti dal cofinanziamento nazionale, posto a carico del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie (c.d. Fondo IGRUE), che la legge di stabilità per il 2014 ha stanziato nell'importo di oltre 24 miliardi di euro

La quota di cofinanziamento nazionale dei Programmi Operativi è stata anch'essa fissata dalla legge di stabilità per il 2014 (art. 1, commi 240 e 241, legge n. 147/2013): per i Programmi operativi gestiti dalle Amministrazioni centrali dello Stato (PON), la quota di cofinanziamento è posta interamente a carico del Fondo di rotazione nella misura del 100%; per i Programmi a titolarità delle regioni (POR) la quota di cofinanziamento nazionale è invece fissata nella misura massima del 70% degli importi previsti nei piani finanziari dei singoli Programmi. La restante quota del 30% è a carico dei bilanci delle regioni e delle province autonome, nonché degli eventuali altri organismi pubblici partecipanti ai programmi (cofinanziamento di fonte regionale). L'entità del cofinanziamento nazionale a favore di ciascun Programma Operativo, da porre a carico del Fondo di rotazione, è stabilito in sede di definizione dei Programmi operativi medesimi.

 

All'attuazione delle politiche di coesione concorrono anche gli interventi della cosiddetta "Programmazione complementare".

Alla luce delle precedenti esperienze relative ai ritardi nell'utilizzo delle risorse comunitarie e al rischio di non poterne beneficiare per effetto del c.d. disimpegno automatico a cui sono assoggettate, la legge di stabilità 2014 (legge n. 147/2013, art. 1, co. 242) ha previsto che le risorse di cofinanziamento concorrono altresì al finanziamento di interventi c.d. complementari rispetto ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali, inseriti nell'ambito della programmazione strategica definita con l'Accordo di partenariato. Si tratta di quei programmi finanziati con le disponibilità del Fondo di rotazione resesi disponibili a seguito dell'adozione di Programmi operativi con un tasso di cofinanziamento nazionale inferiore rispetto a quanto programmato ai sensi del Reg. UE n. 1303/2013 (50% per i POR e 45% per i PON), che vengono pertanto trasferite al di fuori dei programmi operativi stessi, a favore di interventi definiti, appunto, complementari rispetto alla programmazione dei fondi strutturali 2014-2020.

Il CIPE, con la delibera 28 gennaio 2015, n. 10 ha definito i criteri sia per il cofinanziamento nazionale dei programmi europei per il periodo 2014-2020 sia per la programmazione degli interventi complementari. All'ammontare complessivo, pari a 24 miliardi, di cofinanziamento nazionale per il ciclo di programmazione 2014-2020, si aggiungono ulteriori 4,4 miliardi di cofinanziamento regionale (a valere sui bilanci delle regioni).

Ai POR sono destinate circa 10,3 miliardi di cofinanziamento statale, cui si aggiungono i 4,4 miliardi di quota regionale; ai PON sono destinati 5,4 miliardi. Oltre 7,4 miliardi sono riservati agli interventi complementari.

inoltre, per assicurare il cofinanziamento nazionale delle risorse addizionali europee riconosciute all'Italia dalla Commissione europea in esito all'adeguamento tecnico del Quadro finanziario pluriennale connesso all'evoluzione del reddito nazionale lordo – circa +1,6 miliardi assegnate con la Decisione UE 2016/1941 di cui si è già detto ampiamente sopra - il CIPE, nella seduta del 10 luglio 2017 ha assegnato un importo fino a 800 milioni.

Tali risorse non sono poste a carico posto del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie (c.d. Fondo IGRUE), bensì a carico del Fondo Sviluppo e Coesione della programmazione 2014-2020 ( delibera CIPE 10 luglio 2017, n. 50).
La delibera ha finalizzato tali risorse alle seguenti priorità strategiche: Iniziativa occupazione giovani; Strategia nazionale di specializzazione intelligente; migrazione e marginalità sociale; SME Initiative (Iniziativa Piccole e Medie imprese); prevenzione dei rischi sismici e ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto nel 2016.

I programmi complementari

Riguardo alle risorse dei POC, si rammenta che secondo quanto previsto dal citato comma 242 della legge di bilancio per il 2014, i Programmi Complementari sono finanziati dalle risorse del Fondo di rotazione, di cui alla legge n. 183/1987, che si sono rese disponibili a seguito dell'adozione, ai sensi del Regolamento UE n. 1303/2013, di POR e PON rispettivamente con tassi di cofinanziamento nazionale inferiore al 50% e al 45%, rispetto a quanto previsto dal Regolamento UE.

Con la delibera 28 gennaio 2015, n. 10 del CIPE (ora CIPESS), che ha definito i criteri del cofinanziamento nazionale dei programmi europei per il periodo 2014-2020, delle risorse complessive di cofinanziamento nazionale, 7,4 miliardi sono state riservate agli interventi complementari.

Si ricorda, inoltre, per completezza, che l'art. 1, comma 804, della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208/2015) ha consentito l'utilizzo dei 7,4 miliardi destinati alla programmazione complementare 2014-2020, anche per consentire il completamento dei progetti inseriti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2007-2013 non conclusi alla data del 31 dicembre 2015. In attuazione di tale disposizione, il CIPE, con delibera n. 12/2016, ha approvato l'utilizzo di 845,98 milioni. Con successiva delibera n.27/2016, sulla base della ricognizione del fabbisogno necessario al finanziamento degli interventi della programmazione 2007-2013 ancora da completare alla data del 31 dicembre 2015, il CIPE ha assegnato 204,3 milioni di euro a valere sulle risorse dei programmi complementari, in favore del Ministero dell'Interno e della Regione Calabria.

Nel complesso, la programmazione dei 7,4 miliardi si è articolata in 16 Programmi Operativi Complementari, di cui 11 nazionali a titolarità delle Amministrazioni centrali e 5 regionali, e in assegnazioni ad Amministrazioni regionali e nazionali destinate a consentire il completamento di interventi relativi alla programmazione 2007-2013.

Nel corso del 2020-2021, il CIPE ha adottato due ulteriori POC con le risorse incrementali del Fondo di rotazione, provenienti da successive riprogrammazioni dei POR e dei PON, in accordo con la UE. 

In particolare, nel 2015 sono stati approvati:
  • il Programma complementare della Regione Siciliana, per l'importo di 780,219 milioni (delibera n. 94/2015). Con successiva delibera n. 52/2017 è stata completata la programmazione delle risorse "Programma operativo complementare della Regione Siciliana 2014-2020", approvando la versione definitiva del Programma, la cui dotazione ammonta ora a 1.882,3 milioni di euro;
  • il "Programma complementare di azione e coesione per la governance dei sistemi di gestione e controllo 2014-2020", assegnando ad esso un importo complessivo di 142,2 milioni (delibera n. 114/2015).
Nel corso del 2016, sono stati approvati dal CIPE i seguenti Programmi complementari:
  • il Programma complementare "Imprese e competitività", per un importo di 696,25 milioni di euro (delibera n. 10/2016). Il Programma interviene esclusivamente nelle cinque Regioni meno sviluppate del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e si pone in funzione complementare rispetto al Programma operativo nazionale Imprese e competitività 2014-2020.
  • il Programma Operativo Complementare 2014-2020 (POC), presentato dalla Regione Campania, la cui disponibilità ammonta a 1.732,75 milioni di euro, di cui 1.236,21 milioni di euro per interventi coerenti con la programmazione del POR Campania FESR 2014-2020, e 496,54 milioni di euro sono destinati al completamento dei progetti inseriti nei programmi FESR 2007- 2013 non conclusi alla data del 31 dicembre 2015 (delibera n. 11/2016). La successiva delibera n. 56/2017 ha approvato la riprogrammazione del "Programma operativo complementare della Regione Campania 2014-2020", originariamente adottato con la delibera n. 11/2016, aumentandone il valore complessivo da 1.236,2 milioni di euro a 1.336,2 milioni di euro;
  • il Programma Operativo Complementare al PON "Ricerca e innovazione 2014-2020"- Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, con dotazione pari a 412 milioni di euro (delibera n.44/2016). La delibera n. 55/2017 ha modificato il "Programma operativo complementare Ricerca e Innovazione 2014-2020" del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca riducendone il valore complessivo da 412 milioni di euro a 312 milioni. Pù di recente, la delibera n. 16/2019 ha aumentato il valore complessivo del Programma operativo complementare a 408,3 milioni;
  • il Programma Operativo Complementare al PON "Cultura e Sviluppo (FESR) 2014-2020" del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il cui valore è pari a 133,622 milioni di euro (delibera n.45/2016). La delibera n. 73/2019 ha poi aumentato a 163,4 milioni le risorse del Piano;
  • il Programma Operativo Complementare al PON "Città Metropolitane 2014-2020" dell'Agenzia per la Coesione territoriale, il cui valore è pari a 206,012 milioni di euro (delibera n.46/2016). Il valore complessivo del Programma e' aumentato a 240 milioni con delibera n. 11/2019;
  • il Programma Operativo Complementare al PON "Governance e Capacità istituzionale 2014–2020" dell'Agenzia per la Coesione territoriale, il cui valore è pari a 247,199 milioni di euro (delibera n.47/2016). La delibera n. 31/2019 ha aumentto la dotazione del Programma a 294,2 milioni di euro;
  • il Programma operativo complementare al PON "Infrastrutture e reti" 2014-2020 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per un importo pari a 670 milioni di euro (delibera n. 58/2016 ), che derivano dalla riduzione del cofinanziamento nazionale del Programma operativo nazionale Infrastrutture FESR 2014-2020.
Nel 2017, il CIPE ha, altresì, approvato:
  • il Programma operativo complementare di azione e coesione Legalità 2014-2020, la cui dotazione è pari a circa 81 milioni di euro (delibera n. 6/2017);
  • il Programma Complementare al POR della Regione Calabria 2014-2020, la cui dotazione è pari a 720 milioni di euro (delibera n. 7/2017);
  • il Programma operativo complementare "Energia e sviluppo dei territori" 2014-2020, la cui dotazione è pari a 72,5 milioni (delibera n. 54/2017). Il Programma è stato aumentato a 120,4 milioni con la delibera n. 20/2018.

Nel 2018, il CIPE ha, altresì, approvato:
  • il Programma operativo complementare della Regione Basilicata 2014-2020, la cui dotazione è pari a 192,7 milioni di euro (delibera n. 7/2018). Il Programma è stato finanziato con le risorse incrementali del Fondo di rotazione, derivanti dalla variazione del tasso di cofinanziamento nazionale di alcuni Programmi Operativi;
  • il Programma operativo complementare «Sistemi di politiche attive per l'occupazione» 2014-2020, con una dotazione di 602,4 milioni (Delibera n. 22/2018);
  • Programma operativo complementare «Per la scuola. Competenze e ambienti per l'apprendimento» 2014-2020, con una dotazione di 59,7 milioni (Delibera n. 21/2018).

Nel 2019, il CIPE ha, altresì, approvato:
  • il Programma operativo complementare della Regione Molise 2014-2020, la cui dotazione è pari a 24,6 milioni di euro (delibera n. 44/2019).

Nel 2020, il CIPE ha, altresì, approvato:
  • il Programma operativo complementare della Regione Puglia 2014-2020, la cui dotazione è pari a 2,7 milioni di euro (delibera n. 47/2020).
Nel 2021, il CIPE ha, altresì, approvato:
  • il Programma operativo complementare "Inclusione" 2014-2020, la cui dotazione è pari a 71,0 milioni di euro (delibera n. 44/2021).

Per quel che concerne le risorse assegnate ai POC, si rammenta che, rispetto agli originari 7,4 miliardi, nel corso del 2018, le Amministrazioni responsabili di alcuni Programmi Operativi (PON 2014-2020 "Governance e capacità istituzionale", "Città metropolitane", "Ricerca e innovazione", "Scuola e inclusione sociale", nonché le Amministrazioni regionali responsabili dei POR FESR 2014-2020 del "Molise", della "Basilicata" e della "Sicilia") hanno concordato con la Commissione europea di ridurre il tasso di cofinanziamento nazionale del proprio Programma operativo, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento n. 1303/2013, rispetto a quello definito in sede di prima adozione del Programma, destinando le risorse così liberate ai Programmi complementari (circa 769 milioni di euro).

Inoltre, nel corso del 2020-2021, i POC hanno beneficiato delle risorse ai sensi di quanto previsto dall'art. 242, comma 2, del DL 34/2020, il quale -  a seguito delle modifiche ai Regolamenti europei che hanno consentito l'utilizzo delle risorse dei fondi SIE per interventi di contrasto degli effetti economico e sociali dell'emergenza epidemiologica – ha stabilito che le risorse erogate dall'UE a rimborso delle spese rendicontate per le spese emergenziali dovute al COVID-19, siano riassegnate alle stesse Amministrazioni che hanno effettuato la rendicontazione per essere destinate alla realizzazione di Programmi Complementari già vigenti o da adottarsi.

In attuazione del citato articolo 242 del D.L. n. 34/2020, con la delibera 9 giugno 2021, n. 41, il CIPESS ha approvato il quadro complessivo dei Programmi Operativi Complementari 2014-2020, prevedendo l'istituzione di nuovi Programmi Operativi, per le amministrazioni centrali e regionali che non avevano ancora un POC, ovvero integrando quelli già vigenti, per tener conto delle nuove risorse che in essi sono confluite a seguito dei rimborsi derivanti dalla rendicontazione di spese anticipate a carico dello Stato, secondo quanto previsto negli accordi tra il Ministro per il Sud e la coesione territoriale e le amministrazioni centrali e regionali titolari dei Programmi finanziati con i Fondi strutturali 2014/2020 - previsti dall'art. 242, comma 6, del D.L. n. 34/2020.

La delibera considera una dotazione complessiva dei Programmi Complementari, in attuazione dell'art. 242 del D.L. n. 34/2020, pari a 17,8 miliardi di euro, programmata su 28 POC, di cui 18 a titolarità delle Amministrazioni regionali e 10 delle Amministrazioni centrali.

Va tenuto conto, tuttavia, che sono tuttora in corso le operazioni di rendicontazione, a cura delle Autorità di gestione dei programmi dei fondi strutturali europei, delle spese anticipate a carico dello Stato, ai sensi della suddetta normativa e che soltanto con la chiusura del relativo periodo contabile (1° luglio 2020 - 30 giugno 2021) potrà essere definito con certezza l'ammontare delle risorse rimborsate dall'Unione europea che confluiscono nei programmi complementari già adottati o ancora da adottare. Una volta completate le operazioni di rendicontazione, il CIPESS procederà alla rimodulazione o approvazione dei Programmi Complementari definitivi, indicati nella tabella della citata delibera n. 41/2021, adeguandone le rispettive dotazioni finanziarie.

Per quel che concerne lo stato di utilizzo delle risorse programmate negli attuali POC, i dati forniti nel recente Bollettino IGRUE, sul "Monitoraggio delle politiche di coesione – programmazione 2014-2020 – Situazione al 30 aprile 2022", evidenziano, nel complesso, un utilizzo ancora contenuto delle risorse assegnate ai Programmi complementari.

Al 30 aprile 2022, rispetto al totale delle risorse programmate (14,4 miliardi di euro), risulta un avanzamento del 14,4% in termini di impegno e dell'8,1% in termini di pagamenti.

)

Stato di attuazione Programmi complementari di Azione Coesione 2014-2020
al 30 aprile 2022

In milioni di euro

Programma

Risorse programmate
(A)

Impegni
(B)

Pagamenti
(C)

% Avanzamento
(B/A)

% Avanzamento
(C/A)

Programma complementare "Energia e sviluppo dei territori" *

353,06

11,31

0,53

3,20%

0,15%

Programma complementare CTE

12,00

6,20

0,15

51,69%

1,27%

Programma complementare per la Governance dei sistemi di gestione e controllo 2014/2020

142,23

110,97

70,40

78,02%

49,50%

Programma complementare PON Città Metropolitane *

320,20

0,00

0,00

0,00%

0,00%

Programma complementare PON Cultura *

175,95

11,93

5,99

6,78%

3,40%

Programma complementare PON Governance e Capacità Istituzionale *

490,10

136,99

27,11

27,95%

5,53%

Programma complementare PON Imprese e competitività *

2.365,96

332,80

174,21

14,07%

7,36%

Programma complementare PON Infrastrutture e reti *

720,67

8,29

2,32

1,15%

0,32%

Programma complementare PON Legalità *

321,91

0,00

0,00

0,00%

0,00%

Programma complementare PON Per la Scuola *

450,39

137,37

23,63

30,50%

5,25%

Programma complementare PON Ricerca e Innovazione *

480,47

256,28

92,61

53,34%

19,27%

Programma complementare PON SPAO *

847,09

30,32

21,44

3,58%

2,53%

Programma complementare POR Basilicata *

343,64

70,36

19,63

20,48%

5,71%

Programma complementare POR Calabria *

842,81

30,14

21,89

3,58%

2,60%

Programma complementare POR Puglia *

2.670,36

0,00

0,00

0,00%

0,00%

Programma complementare POR Campania *

1.695,65

888,14

684,99

52,38%

40,40%

Programma complementare POR Molise *

91,37

6,87

1,40

7,52%

1,53%

Programma complementare POR Sicilia *

2.051,34

37,34

20,92

1,82%

1,02%

Totale complessivo

14.375,21

2.075,33

1.167,23

14,44%

8,12%

* Il valore programmato comprende le risorse di cui al comma 2 dell'art. 242 DL 34/2020. Tali risorse potranno essere attivate dalle Amministrazioni titolari, secondo quanto previsto dalla Delibera CIPESS 41/2021

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ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022

Nell'ambito della programmazione delle politiche di coesione nazionali, un ruolo determinante è svolto dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) - disciplinato dal D.Lgs. n. 88 del 2011 che ha così ridenominato il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) – nel quale sono iscritte le risorse finanziarie aggiuntive nazionali, destinate a finalità di riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese, nonché a incentivi e investimenti pubblici.

Il requisito dell'aggiuntività è espressamente precisato dalla disciplina istitutiva del Fondo (articolo 2 del D.Lgs. n. 88/2011) in cui si dispone che le risorse non possono essere sostitutive di spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza con l'analogo criterio dell'addizionalità previsto per i fondi strutturali dell'Unione europea.

Il Fondo ha carattere pluriennale, in coerenza con l'articolazione temporale della programmazione dei Fondi strutturali dell'Unione europea, garantendo l'unitarietà e la complementarietà delle procedure di attivazione delle relative risorse con quelle previste per i fondi comunitari. L'intervento del Fondo è destinato al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale, aventi natura di grandi progetti o di investimenti articolati in singoli interventi tra loro funzionalmente connessi. La normativa attribuisce al CIPE il compito di ripartire, con proprie deliberazioni, la dotazione del Fondo tra gli interventi in esso compresi.

Per quel che concerne le risorse stanziate per il ciclo di programmazione 2014-2020, la dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione è stata autorizzata dall'articolo 1, comma 6, della legge di stabilità 2014 (legge n. 147/2013) nella misura complessiva di 54,8 miliardi.

Il Fondo 2014-2020 è stato poi successivamente rifinanziato dalla legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205/2017) per un importo pari a 5 miliardi per il 2021 e annualità seguenti, dalla legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145/2018) per un importo di 4 miliardi di euro, e, da ultimo, dalla legge di bilancio per il 2020 (legge n. 160/2019), che ha disposto, in Sezione II, un rifinanziamento di ulteriori 5 miliardi complessivi, in termini di sola competenza, per le annualità 2021-2025.

Le risorse, si ricorda, sono destinate a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, anche di natura ambientale, secondo la chiave di riparto dell'80 per cento nelle regioni del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord.

Con riferimento all'utilizzo delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, si segnala che l'Accordo di partenariato, pur mantenendo una logica complessivamente unitaria nell'impostare le politiche territoriali, nazionali e comunitarie, si fonda su un impianto programmatorio che privilegia l'utilizzo delle risorse nazionali del Fondo sviluppo e coesione (FSC) per quei fabbisogni che implicano un impegno finanziario su grandi infrastrutture complesse e interventi ambientali di larga portata il cui percorso temporale può anche superare il ciclo di programmazione, concentrando invece i Fondi strutturali (che incorporano regole volte ad accelerarne l'utilizzo) sul rafforzamento e sviluppo del sistema delle imprese, e sull'attenzione alle persone: lavoro, capitale umano e inclusione sociale. Sui temi delle grandi infrastrutture e degli interventi ambientali di vasta portata, la cui complessità e tempistica di progettazione potrebbe configgere con l'orizzonte temporale dei cicli di programmazione comunitaria, l'Accordo tende quindi ad agire prevalentemente con le fonti aggiuntive a finanziamento nazionale.

La legge di stabilità per il 2015 (art. 1, commi 703-706, legge n. 190/2014) ha introdotto disposizioni che hanno innovato i principali elementi di governance e di procedura, riservando alla Presidenza del Consiglio (c.d. "Autorità politica per la coesione") il compito di indicare le linee strategiche per l'impiego del Fondo, da realizzare in forma integrata con le risorse europee per lo sviluppo regionale. In particolare, è stato stabilito l'impiego delle risorse del FSC 2014-2020 per obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali in linea con la programmazione dei Fondi strutturali e di Investimento europei ed è stato assegnato ad una nuova Cabina di regia, istituita con D.P.C.M. 25 febbraio 2016, composta da rappresentanti delle amministrazioni centrali e regionali, l'incarico di definire specifici piani operativi per ciascuna area tematica nazionale.

L'individuazione delle "aree tematiche nazionali" e la ripartizione delle risorse del FSC tra le suddette aree è avvenuta il 10 agosto 2016 con le delibere del CIPE n. 25 (Individuazione aree tematiche nazionali e obiettivi strategici: ripartizione di 15,2 miliardi tra i Piani operativi relativi alle aree tematiche) e n. 26 (Piano per il Mezzogiorno: assegnazione di 13,4 miliardi).
Fino a tale data, si era proceduto, ai sensi del comma 703, lettere d) ed e), della legge di stabilità 2015, attraverso l'approvazione da parte del CIPE, su proposta dall'Autorità politica per la coesione, di un piano stralcio per la realizzazione di interventi di immediato avvio dei lavori, ovvero mediante assegnazione definitiva da parte del CIPE, sempre su proposta dell'Autorità politica per la coesione, dei fondi destinati agli interventi già approvati con delibera del CIPE in via programmatica.A seguito dei successivi rifinanziamenti del Fondo disposti dalle leggi di bilancio per il 2017 e per il 2018, il CIPE con la delibera 28 febbraio 2018, n. 26 ha provveduto all' aggiornamento del riparto finanziario tra le aree tematiche.

Si rinvia per un approfondimento al tema "La programmazione delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per il ciclo di programmazione 2014-2020".

ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022
In merito all'attuazione finanziaria, nel recente Bollettino statistico del Ministero dell'economia e delle finanze, recante il Monitoraggio - Situazione al 30 giugno 2021 (pubblicato il 25 ottobre 2021), sono riportati i prospetti riassuntivi forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS - IGRUE) sullo stato di utilizzo dei fondi strutturali riferiti alla Programmazione 2014-2020 al 30 giugno 2021, con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili.

Le tabelle considerano il complesso delle risorse finanziarie (comunitarie e nazionali di cofinanziamento) derivanti dai Fondi Strutturali 2014-2020 (FESR e FSE), pari a 51,5 miliardi di euro.

Ai fini della programmazione di tali risorse, ogni Stato membro - di concerto con le competenti autorità nazionali e regionali e in collaborazione con la Commissione Europea – ha elaborato un Accordo di Partenariato che interessa tutti i Fondi SIE. In Italia, l'Accordo di Partenariato, inizialmente approvato dalla Commissione Europea il 29 ottobre 2014, è stato modificato l'8 febbraio 2018 con la Decisione di esecuzione C(2018)598 final, al fine di ricomprendere nella sua impostazione le maggiori risorse comunitarie assegnate all'Italia, a seguito dell'adeguamento "tecnico" del Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020, effettuato in conformità dell'articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1303/2013.

La modifica dell'Accordo di partenariato ha riguardato principalmente l'inserimento di un importo addizionale di 1.645 milioni di euro di fondi strutturali (di cui 1 miliardo a valere sul FESR e 0,6 miliardi sul FSE). Tale incremento è stato destinato per 1.057,9 milioni alle regioni meno sviluppate, per 404,3 milioni alle regioni in transizione e per 183 milioni alle regioni più sviluppate. A tali risorse si sono aggiunti 800 milioni di euro di risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) quale cofinanziamento nazionale e 343 milioni di euro di risorse comunitarie assegnate all'Italia per il sostegno all'iniziativa per l'occupazione giovani (IOG). Rispetto ai 51,4 miliardi considerati dall'originario Accordo di Partenariato per l'Obiettivo Investimento, l'adeguamento tecnico ha portato il complesso delle risorse programmate per tale obiettivo (compresa l'iniziativa Occupazione Giovani) a 54,2 miliardi.

Si ricorda peraltro che, a causa dell'emergenza sanitaria legata all'epidemia da COVID-19, con il Regolamento (UE) 2020/558 del 23 aprile 2020 è stata introdotta una flessibilità eccezionale nell'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all'epidemia, per mobilitare tutto il sostegno finanziario a titolo dei fondi della politica di coesione al fine di affrontare gli effetti negativi gravi che la crisi sanitaria ha sulle economie e sulle società dell'UE.

La Commissione europea ha adottato, si rammenta, specifiche iniziative denominate "Coronavirus Response Investment Initiative (CRII)" e "Coronavirus Response Investment Initiative plus (CRII+)", per affrontare la crisi sanitaria pubblica conseguente all'epidemia COVID-19, al fine di garantire agli Stati membri l'immediata disponibilità di risorse finanziarie derivante dai Fondi UE. Il Regolamento (UE) 2020/558 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020, in particolare, modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013 e (UE) n. 1303/2013 introducendo misure specifiche volte a fornire flessibilità eccezionale nell'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all'epidemia di COVID-19, offrendo agli Stati membri la possibilità di richiedere l'applicazione di un tasso di cofinanziamento del 100% alle spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo contabile dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021, per i programmi sostenuti dal FESR, dal FSE o dal Fondo di coesione.

In particolare, è stata concessa agli stati membri la possibilità di procede ad una riprogrammazione dei Programmi Operativi, con la possibilità di richiedere l'applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UE, per le spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo contabile dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021, destinate a contrastare gli effetti generati dall'epidemia, per uno o più assi prioritari di un programma sostenuto dal FESR, dal FSE o dal Fondo di coesione.

La legislazione nazionale si è adeguata alle iniziative europee, al fine di utilizzare al meglio i Fondi strutturali in funzione anticrisi, con l'articolo 242 del D.L. n. 34/2020, il quale consente alle Autorità di Gestione di Programmi Operativi 2014-2020 dei fondi strutturali europei di poter richiedere l'applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UE, per le spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021 destinate a contrastare gli effetti sanitari, economici e sociali generati dall'epidemia di Covid-19. Le risorse erogate dall'UE a rimborso delle spese rendicontate per le misure emergenziali sono riassegnate alle stesse Amministrazioni che hanno proceduto alla rendicontazione, fino a concorrenza dei rispettivi importi, per essere destinate alla realizzazione di Programmi operativi complementari (POC) vigenti o da adottarsi, assicurando così la salvaguardia delle finalità proprie della politica di coesione. Ai POC sono altresì destinate le risorse di cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di Rotazione IGRUE, che si sono "liberate" per effetto dell'integrazione fino al 100% del tasso di cofinanziamento UE dei Programmi Operativi.

 

Nel corso del 2020, dunque, le risorse programmate per l'Italia a valere sui fondi strutturali FESR e FSE hanno subito un decremento a seguito delle riprogrammazioni di alcuni Programmi Operativi, sia PON che POR, in virtù della suddetta normativa relativa alle spese emergenziali legate alla pandemia da Covid-19, che hanno ridotto le risorse complessivamente programmate a 51,5 miliardi (rispetto ai 54,2 miliardi dell'Accordo di partenariato come modificato l'8 febbraio 2018).

 

Risorse fondi strutturali al 30 giugno 2021
(In milioni di euro)
Fondo
Risorse programmate
Di cui contributo UE
Di cui contributo nazionale
FESR*
32.189,74
22.395,40
9.794,34
FSE**
19.332,27
12.146,15
7.186,12
Totale
51.522,01
34.541,55
16.980,46
* Comprensivo della quota IPA a valere sui Programmi CTE
** Comprensivo della quota a valere sul fondo Iniziativa Occupazione Giovani (IOG) programmata nel PON Iniziativa Occupazione Giovani a titolarità dell'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL)

Nei Bollettini IGRUE sul Monitoraggio al 30 agosto, al 31 ottobre e al 31 dicembre 2020, sono illustrati i Programmi Operativi che hanno subito variazioni a seguito delle riprogrammazioni.

La variazione più consistente ha riguardato il Programma Operativo Regionale Puglia, con una riduzione di circa 2,7 milioni di euro, derivante dalla rideterminazione del cofinanziamento nazionale pubblico del POR dal 50 al 20 per cento - come previsto dal regolamento (UE) n. 558/2020 del 23 aprile 2020 ai fini della - che sono state destinate a finanziare il nuovo Programma Operativo Complementare (POC) 2014-2020 della regione Puglia (adottato con delibera CIPE n. 47 del 28 luglio 2020), che concorre alle medesime finalità strategiche del Programma operativo regionale.

 

Le tavole successive, fornite dalla Ragioneria generale dello Stato, Ispettorato generale rapporti con l'Unione europea – IGRUE, riportano le informazioni sullo stato di utilizzo dei fondi strutturali al 30 giugno 2021 (quota europea + cofinanziamento nazionale) con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili.

Tali risorse sono gestite attraverso 59 Programmi Operativi, di cui:

  • 12 a titolarità di Amministrazioni centrali (Programmi Operativi Nazionali – PON);
  • 39 a titolarità di Amministrazioni regionali (Programmi Operativi Regionali – POR);
  • 8 a titolarità di Amministrazioni regionali (Programmi di cooperazione Territoriale – PO CTE).

La Tabella 1 che segue mette in evidenza che, alla data del 30 giugno 2021, rispetto alle risorse complessivamente programmate, lo stato di attuazione dei Fondi strutturali si attesta, per ciò che attiene agli impegni complessivamente assunti, ad un valore pari a oltre l'85,4% delle risorse complessivamente programmate. Il livello dei pagamenti ha raggiunto oltre 28 miliardi, corrispondenti a circa 54,5% delle risorse programmate. Il FSE mostra uno stato di avanzamento appena superiore rispetto ai programmi del FESR.

Tabella 1
Stato attuazione per fondo strutturale
al 30 giugno 2021
(In milioni di euro)
Fondo
Risorse programmate
(A)
Impegni
(B)
Pagamenti
(C)
% Avanzamento
(B/A)
% Avanzamento
(C/A)
FESR*
32.189,74
27.894,40
17.472,54
86,66%
54,28%
FSE**
19.332,27
16.125,05
10.603,02
83,41%
54,85%
Totale
51.522,01
44.019,46
28.075,57
85,44%
54,49%
*  Comprensivo della quota IPA a valere sui Programmi CTE
** Comprensivo della quota a valere sul fondo Iniziatica Occupazione Giovani (IOG) programmata nel PON Iniziativa Occupazione Giovani a titolarità dell'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL)
 

 

La Tabella 2 che segue riepiloga lo stato di attuazione dei Programmi attuativi dei fondi strutturali 2014-2020, distintamente per i Programmi Operativi Regionali (POR) e nazionali (PON), con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili, per categoria di regione, nonché l'avanzamento del PON IOG (giovani) e dei Programmi CTE (Cooperazione Territoriale).

L'importo degli impegni e dei pagamenti comprende sia la quota UE e sia la quota nazionale riferiti ai programmi (impegni e pagamenti ammessi).

Tabella 2
Stato attuazione per Programmi Operativi (POR e PON)
al 30 giugno 2021
(In milioni di euro)
Categoria di Regione
Tipologia Programma
Risorse programmate
(A)
Impegni
(B)
Pagamenti
(C)
% Avanzamento
(B/A)
% Avanzamento
(C/A)
In transizione
PON
960,23
838,53
509,69
87,33%
53,08%
POR
1.918,82
1.492,33
993,68
77,77%
51,79%
Meno sviluppate
PON
13.156,02
11.813,17
6.988,31
89,79%
53,12%
POR
17.595,30
14.150,42
8.875,68
80,42%
50,44%
Più sviluppate
PON
2.765,07
2.235,20
1.553,72
80,84%
56,19%
POR
13.194,94
12.059,83
8.217,86
91,40%
62,28%
Totale PON IOG
940,10
656,18
568,46
69,80%
60,47%
Totale PO CTE
991,53
773,79
368,17
78,04%
37,13%
Totale Generale
51.522,01
44.019,46
28.075,57
85,44%
54,49%

Si riportano, ai seguenti link, le tabelle - estrapolate da lBollettino IGRUE dell'ottobre 2021 - che riepilogano lo stato di attuazione alla data del 30 giugno 2021 dei singoli Programmi attuativi dei fondi strutturali 2014-2020, distintamente per i Programmi Operativi Regionali (POR)  e Programmi Operativi Nazionali (PON), finanziati con i due fondi strutturali (FESR e FSE), con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili.

Per i POR, le tabelle sono presentate con riferimento alle diverse categorie di regioni meno sviluppate, più sviluppate e in transizione.

I target di spesa certificata al 31 dicembre 2020

Nell'ambito della Programmazione 2014-2020, le Amministrazioni titolari di Programmi operativi sono tenute al rispetto di specifici target di spesa il cui mancato raggiungimento comporta la perdita di risorse finanziarie pari alla differenza rispetto al target da raggiungere (disimpegno automatico).

Tali target seguono la cosiddetta regola comunitaria N+3 (stabilita dall'articolo 136 del Regolamento UE 1303/2013) secondo la quale le Amministrazioni titolari di Programmi operativi devono presentare alla Commissione europea domande di pagamento, ossia richieste di rimborso, relative a spese sostenute e controllate entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all'impegno di bilancio riferito ai Programmi medesimi.

Come riportato nel Comunicato dell'Agenzia per la coesione del 3 dicembre 2020, al 31 dicembre 2020 i 51 Programmi Operativi cofinanziati dai fondi UE hanno raggiunto l'obiettivo fissato per l'N+3 2019, scongiurando di fatto il rischio di perdita delle relative risorse dal disimpegno automatico.

Complessivamente, la spesa sostenuta e certificata alla Commissione europea al 31 dicembre 2019 è pari a circa 21,3 miliardi di euro - con un incremento di 6,1 miliardi di euro rispetto all'importo di 15,2 miliardi di euro conseguito al 31 dicembre 2019 - e raggiunge il 42,1 % del totale delle risorse programmate per i 51 Programmi Operativi cofinanziati dal FESR e dal FSE del ciclo di programmazione 2014-2020.

Per quanto riguarda le risorse comunitarie a valere sul bilancio UE il livello del loro utilizzo si è attestato a 15,3 miliardi di euro a fronte del target minimo per evitare il disimpegno automatico fissato a 12,1 miliardi di euro. I risultati raggiunti hanno consentito di superare le soglie di spesa previste al 31 dicembre 2020 per tutti i Programmi Operativi, nonostante il contesto straordinario determinatosi a seguito dell'epidemia COVID-19.

Si rammenta, peraltro, che proprio a fronte dell'emergenza epidemiologica, in sede europea sono state apportate diverse modifiche regolamentari, fra le quali quelle relative alla possibilità di finanziare interventi direttamente rivolti al contrasto dell'emergenza socio sanitaria e di rendicontare tutte le spese al tasso di cofinanziamento UE al 100%.

In attuazione delle suddette modifiche regolamentari, ai sensi dell'articolo 242 del D.L. n. 34/2020, il Ministro per il Sud e la coesione territoriale – si legge nel comunicato - ha sottoscritto con tutte le Amministrazioni nazionali e regionali titolari dei Programmi un accordo che ha consentito di riprogrammare una significativa quota di risorse per 12 miliardi di euro al fine di includere nei programmi interventi volti al contrasto dell'emergenza determinatasi a seguito dell'epidemia COVID-19 e nel contempo di salvaguardare l'attuazione della politica di coesione con mirati interventi legislativi, mediante la riprogrammazione dei Programmi Operativi Complementari attivati a livello nazionale.

ultimo aggiornamento: 4 novembre 2021
In merito  all'attuazione finanziaria, nel recente Bollettino statistico del Ministero dell'economia e delle finanze, recante il  Monitoraggio - Situazione al 30 aprile 2022, sono riportati i prospetti riassuntivi forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS - IGRUE)  sullo stato di utilizzo dei fondi strutturali riferiti alla Programmazione 2014-2020, con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili.

Le tabelle considerano il complesso delle risorse finanziarie (comunitarie e nazionali di cofinanziamento) derivanti dai Fondi Strutturali 2014-2020 (FESR e FSE), pari a 62,8 miliardi di euro.

Si rammenta, al riguardo, che rispetto alle risorse inizialmente programmate nell'Accordo di partenariato approvato dalla Commissione Europea il 29 ottobre 2014, e sucessivamente modificato l'8 febbraio 2018 con la Decisione di esecuzione C(2018)598 final, pari a circa 54,2 miliardi di euro (considerando anche le risorse del cofinanziamento nazionale), nel 2002 e 2021 le risorse dei fondi SIE hanno subito un decremento a seguito delle riprogrammazioni di alcuni Programmi Operativi, sia PON che POR, consentite dalla Commisisone europea, al fine di recuperare risorse a sostegno delle spese emergenziali legate alla pandemia da Covid-19.

Si ricorda infatti che, a causa dell'emergenza sanitaria legata all'epidemia da COVID-19, con il Regolamento (UE) 2020/558 del 23 aprile 2020 è stata introdotta una flessibilità eccezionale nell'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all'epidemia, per mobilitare tutto il sostegno finanziario a titolo dei fondi della politica di coesione al fine di affrontare gli effetti negativi gravi che la crisi sanitaria ha sulle economie e sulle società dell'UE.

La Commissione europea ha adottato, in merito, specifiche iniziative denominate "Coronavirus Response Investment Initiative (CRII)" e "Coronavirus Response Investment Initiative plus (CRII+)", per affrontare la crisi sanitaria pubblica conseguente all'epidemia COVID-19, al fine di garantire agli Stati membri l'immediata disponibilità di risorse finanziarie derivante dai Fondi UE. Il Regolamento (UE) 2020/558 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020, in particolare, modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013 e (UE) n. 1303/2013 introducendo misure specifiche volte a fornire flessibilità eccezionale nell'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all'epidemia di COVID-19, offrendo agli Stati membri la possibilità di richiedere l'applicazione di un tasso di cofinanziamento del 100% alle spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo contabile dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021, per i programmi sostenuti dal FESR, dal FSE o dal Fondo di coesione.

In particolare, è stata concessa agli stati membri la possibilità di procede ad una riprogrammazione dei Programmi Operativi, con la possibilità di richiedere l'applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UEper le spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo contabile dal 1° luglio 2020 e fino al 30 giugno 2021, destinate a contrastare gli effetti generati dall'epidemia, per uno o più assi prioritari di un programma sostenuto dal FESR, dal FSE o dal Fondo di coesione.

Con l'articolo 242 del D.L. n. 34/2020, si è dunque consentito alle Autorità di Gestione di Programmi Operativi 2014-2020  di richiedere l'applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UE, per le spese destinate a contrastare gli effetti sanitari, economici e sociali generati dall'epidemia di Covid-19. Le risorse erogate dall'UE a rimborso delle spese rendicontate per le misure emergenziali sono state poi riassegnate alle stesse Amministrazioni che hanno proceduto alla rendicontazione, fino a concorrenza dei rispettivi importi, per essere destinate alla realizzazione di Programmi operativi complementari (POC), assicurando così la salvaguardia delle finalità proprie della politica di coesione. Ai POC sono altresì destinate le risorse di cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di Rotazione IGRUE, che si sono "liberate" per effetto dell'integrazione fino al 100% del tasso di cofinanziamento UE dei Programmi Operativi.

 

Nel corso del 2020-2021, dunque, le risorse programmate per l'Italia a valere sui fondi strutturali FESR e FSE hanno subito un decremento a seguito delle riprogrammazioni di alcuni Programmi Operativi, in virtù della suddetta normativa, che hanno ridotto le risorse complessivamente programmate a 51,5 miliardi (rispetto ai 54,2 miliardi dell'Accordo di partenariato come modificato l'8 febbraio 2018). 

Nei Bollettini IGRUE sul Monitoraggio (a partire dal Bollettino del 30 agosto 2020) sono illustrati i Programmi Operativi che hanno subito variazioni a seguito delle riprogrammazioni.

Va considerato, peraltro, che a seguito dell'iniziativa comunitaria denominata "REACT-EU", che ha assegnato alla politica di coesione ulteriori risorse per gli anni 2021 e 2022 (circa 14 miliardi di euro) destinate specificamente al superamento degli effetti della crisi sanitaria da COVID-19, la quota relativa all'anno 2021, pari a circa 11 miliardi di euro, è stata integralmente programmata all'interno dei Programmi Operativi Nazionali (PON), attraverso l'introduzione di uno specifico Asse, portando l'importo complessivo delle risorse programmabili sui Fondi FESR e FSE a oltre 62 miliardi di euro. Per l'anno 2022, sempre nell'ambito dell'iniziativa REACT-EU, sarà assegnata alla politica di coesione un'ulteriore quota di contributo pari a circa 3 miliardi di euro.

 

Risorse fondi strutturali al 30 aprile 2022
(In milioni di euro)
Fondo
Risorse programmate
Di cui contributo UE
Di cui contributo nazionale
FESR*
36.986,23
27.129,74
9.856,49
FSE**
25.813,94
18.515,93
7.298,01
Totale ***
62.800,16
45.645,66
17.154,50
* Comprensivo della quota IPA a valere sui Programmi CTE
** Comprensivo della quota a valere sul fondo Iniziativa Occupazione Giovani (IOG) programmata nel PON Iniziativa Occupazione Giovani a titolarità dell'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL)
*** Comprensivo delle risorse assegnate alla politica di coesione 2014-2020 per l'anno 2021 (circa 11 miliardi di euro) a seguito dell'iniziativa europea denominata "REACT-EU" (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), destinata a rafforzare le misure di risposta alla crisi generata dal Covid-19. 

 

Tali risorse sono gestite attraverso 59 Programmi Operativi, di cui:

  • 12 a titolarità di Amministrazioni centrali (Programmi Operativi Nazionali – PON);
  • 39 a titolarità di Amministrazioni regionali (Programmi Operativi Regionali – POR);
  • 8 a titolarità di Amministrazioni regionali (Programmi di cooperazione Territoriale – PO CTE).

Le tavole successive, riprese dal Bollettino di Monitoraggio fornito periodicamente dalla Ragioneria generale dello Stato, Ispettorato generale rapporti con l'Unione europea – IGRUE, riportano le informazioni sullo stato di utilizzo dei fondi strutturali (quota europea + cofinanziamento nazionale) alla data, da ultimo, del 30 aprile 2022, con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili.

La Tabella 1 che segue mette in evidenza che, alla data del 30 aprile 2022, sulle risorse complessivamente programmate, comprensive delle risorse del REACT-EU, lo stato di attuazione dei Fondi strutturali si attesta, per ciò che attiene agli impegni complessivamente assunti, ad un valore pari al 77,3% delle risorse complessivamente programmate. Il livello dei pagamenti ha raggiunto oltre 32 miliardi, corrispondenti al 51,6% delle risorse programmate. Il FESR mostra uno stato di avanzamento appena superiore rispetto ai programmi del FSE.

Tabella 1
Stato attuazione per fondo al 30 aprile 2022
(In milioni di euro)
Fondo
Risorse programmate
(A)
Impegni
(B)
Pagamenti
(C)
% Avanzamento
(B/A)
% Avanzamento
(C/A)
FESR*
36.986,23
31.131,86
20.134,40
84,17%
54,44%
FSE**
25.813,94
17.432,08
12.279,27
67,53%
47,57%
Totale
62.800,16
48.563,94
32.413,67
77,33%
51,61%
*  Comprensivo della quota IPA a valere sui Programmi CTE
** Comprensivo della quota a valere sul fondo Iniziatica Occupazione Giovani (IOG) programmata nel PON Iniziativa Occupazione Giovani a titolarità dell'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL)
 

 

La Tabella 2 che segue riepiloga lo stato di attuazione dei Programmi attuativi dei fondi strutturali 2014-2020, distintamente per i Programmi Operativi Regionali (POR) e nazionali (PON), con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili, per categoria di regione, nonché l'avanzamento del PON IOG (giovani), dei Programmi CTE (Cooperazione Territoriale) e dei fondi del REACT-EU.

L'importo degli impegni e dei pagamenti comprende sia la quota UE e sia la quota nazionale riferiti ai programmi (impegni e pagamenti ammessi).

Tabella 2

Stato attuazione Fondi strutturali (FESR e FSE) per categoria di regione e tipologia di Programma
al 30 aprile 2022
(In milioni di euro)
Categoria di Regione
Tipologia Programma
Risorse programmate
(A)
Impegni
(B)
Pagamenti
(C)
% Avanzamento
(B/A)
% Avanzamento
(C/A)
In transizione
PON
958,47
849,11
566,41
88,59%
59,10%
POR
1.918,82
1.594,52
1.130,29
83,10%
58,91%
Meno sviluppate
PON
13.145,43
12.180,73
7.868,25
92,66%
59,86%
POR
17.595,30
16.188,49
10.207,29
92,00%
58,01%
Più sviluppate
PON
2.765,07
2.371,55
1.804,86
85,77%
65,27%
POR
13.194,94
12.875,64
9.721,37
97,58%
73,68%
Totale Fondo IOG
940,10
678,57
583,93
72,18%
62,11%
Totale REACT EU
11.290,50
1.007,19
36,44
8,92%
0,32%
Totale PO CTE
991,53
818,14
494,83
82,51%
49,91%
Totale Generale
62.800,16
48.563,94
32.413,67
77,33%
51,61%

Si riportano, nei due focus che seguono, i dati - estrapolati dal Bollettino IGRUE - dello stato di attuazione alla data del 30 aprile 2022 dei singoli Programmi attuativi dei fondi strutturali 2014-2020, distintamente per i Programmi Operativi Regionali (POR)  e Programmi Operativi Nazionali (PON), finanziati con i due fondi strutturali (FESR e FSE) e con il Fondo REACT-EU, con riferimento agli impegni e i pagamenti rispetto alle risorse disponibili.

Per i POR, i dati sono presentati con riferimento alle diverse categorie di regioni meno sviluppate, più sviluppate e in transizione.

I target di spesa certificata al 31 dicembre 2021

Nell'ambito della Programmazione 2014-2020, le Amministrazioni titolari di Programmi operativi sono tenute al rispetto di specifici target di spesa il cui mancato raggiungimento comporta la perdita di risorse finanziarie pari alla differenza rispetto al target da raggiungere (disimpegno automatico).

Tali target seguono la cosiddetta regola comunitaria N+3 (stabilita dall'articolo 136 del Regolamento UE 1303/2013) secondo la quale le Amministrazioni titolari di Programmi operativi devono presentare alla Commissione europea domande di pagamento, ossia richieste di rimborso, relative a spese sostenute e controllate entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all'impegno di bilancio riferito ai Programmi medesimi.

Come riportato nel Comunicato dell'Agenzia per la coesione, al 31 dicembre 2021 tutti i 51 Programmi Operativi cofinanziati dai fondi UE hanno raggiunto l'obiettivo fissato per l'N+3 dell'anno 2021. La spesa complessivamente certificata alla Commissione europea è risultata pari a 28,6 miliardi di euro - con un incremento di 7,3 miliardi di euro rispetto all'importo di 21,3 miliardi di euro conseguito al 31 dicembre 2020 - e raggiunge il 46,3 % del totale delle risorse programmate pari a 61,8 miliardi di euro.

Per quanto riguarda le risorse comunitarie a valere sul bilancio UE il livello del loro utilizzo si è attestato a 22 miliardi di euro a fronte del target minimo per evitare il disimpegno automatico fissato a 15,0 miliardi di euro. 

Anche tutti i 19 Programmi di Cooperazione Territoriale Europea  hanno raggiunto il target N+3 fissato al 31 dicembre 2021, certificando una spesa complessiva pari a 1,37 miliardi di euro, rispetto all'importo di 1,04 conseguito al 31 dicembre 2020 e raggiunge il 46,24 % del totale delle risorse programmate, pari a 2,96 miliardi di euro.

I risultati raggiunti hanno consentito ad ogni PO di superare le soglie di spesa previste al 31 dicembre 2021, pur nel persistere del  contesto straordinario determinatosi a seguito dell'epidemia COVID-19, che tuttavia non ha compromesso l'attuazione degli interventi.

 

Si rammenta, peraltro, che proprio a fronte dell'emergenza epidemiologica, in sede europea sono state apportate diverse modifiche regolamentari, fra le quali quelle relative alla possibilità di finanziare interventi direttamente rivolti al contrasto dell'emergenza socio sanitaria e di rendicontare tutte le spese al tasso di cofinanziamento UE al 100%.

In attuazione delle suddette modifiche regolamentari, ai sensi dell'articolo 242 del D.L. n. 34/2020, il Ministro per il Sud e la coesione territoriale – si legge nel comunicato - ha sottoscritto con tutte le Amministrazioni nazionali e regionali titolari dei Programmi un accordo che ha consentito di riprogrammare anche nel corso del 2021 una elevata quota di risorse  al fine di finanziare interventi volti al contrasto dell'emergenza determinatasi a seguito dell'epidemia COVID-19 e nel contempo a salvaguardare l'attuazione della politica di coesione.

 

ultimo aggiornamento: 19 settembre 2022
 
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