In occasione delle elezioni europee 2019, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il Garante per la protezione dei dati personali hanno adottato specifiche disposizioni relative alla propaganda elettorale sul web.
Anche le istituzioni europee hanno affrontato la questione della trasparenza per quanto riguarda i messaggi pubblicitari di natura politica e i contenuti sponsorizzati.
La legge sulla par condicio stabilisce che il riparto degli spazi di comunicazione politica nei media radiotelevisivi tra i partiti e movimenti politici in occasione delle campagne elettorali è disciplinato da provvedimenti della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I due organismi, previa consultazione tra loro, e ciascuna nell'àmbito della propria competenza, provvedono a disciplinare la campagna elettorale, rispettivamente, per il concessionario pubblico e per le emittenti private (L. 28/2000, art. 4).
Per le elezioni europee 2019, la Commissione per l'indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha adottato il 2 aprile 2019 un provvedimento volto a disciplinare la propaganda elettorale nelle emittenti del servizio pubblico. In modo analogo e con riferimento alle televisioni e alle radio private, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha proceduto approvando la delibera del 28 marzo 2019.
In quest'ultimo provvedimento, l'AGCOM, per la prima volta, ha inserito disposizioni finalizzate a garantire forme di tutela del pluralismo espressamente rivolte alle piattaforme di condivisione di video e ai social network (Titolo VI).
L'AGCOM rinvia al Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell'informazione sulle piattaforme digitali l'assunzione "di ogni utile iniziativa al fine di promuovere l'adozione condivisa di misure di contrasto ai fenomeni di disinformazione e lesione del pluralismo informativo online". Inoltre, l'Autorità si impegna "a promuovere, mediante procedure di autoregolamentazione, l'adozione da parte dei fornitori di piattaforme di condivisione di video di misure volte a contrastare la diffusione in rete, e in particolare sui social media, di contenuti in violazione dei principi sanciti a tutela del pluralismo dell'informazione e della correttezza e trasparenza delle notizie e dei messaggi veicolati".
Da parte loro, le piattaforme si impegnano ad assicurare il rispetto dei divieti sanciti dalla disciplina legislativa e regolamentare in materia di comunicazione e diffusione dei sondaggi.
Già in occasione delle elezioni politiche del 2018, l'AGCOM, aveva adottato le Linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2018 (1° febbraio 2018) in cui affermava la necessità di garantire per tutti i soggetti politici, con imparzialità ed equità e alle medesime condizioni, l'accesso agli strumenti di informazione e comunicazione politica forniti dalle piattaforme digitali.
Le linee guida sono state adottate nell'ambito del citato Tavolo tecnico di autoregolamentazione promosso dall'AGCOM per garantire pluralismo e correttezza dell'informazione sulle piattaforme digitali. Il Tavolo ha visto la partecipazione della quasi totalità degli stakeholder aderenti all'iniziativa, tra cui Google, Facebook, rappresentanti dei principali gruppi editoriali della stampa e radiotelevisione, le rispettive associazioni di categoria, nonché rappresentanti del mondo del giornalismo e della componente pubblicitaria. Le piattaforme aderenti hanno messo a disposizione dei propri utenti alcuni strumenti di contrasto alla disinformazione online, tra cui la campagna informativa lanciata da Facebook sulle pagine dei propri utenti italiani per l'individuazione delle notizie false e le iniziative di Google nella promozione e valorizzazione del fact-checking e per l'uso della propria piattaforma da parte dei soggetti politici impegnati nella campagna elettorale.
Nelle Linee guida si auspicava l'applicazione dei principi di parità di trattamento della legge sulla par condicio anche alle piattaforme social. Ad esempio, con riferimento ai messaggi pubblicitari i cui inserzionisti siano soggetti politici, è stata evidenziata la necessità, per le fattispecie in cui è possibile, che l'inserzionista indichi la natura di "messaggio elettorale" di questi, specificando, altresì, il soggetto politico committente, alla stregua di quanto già avviene per i messaggi politico-elettorali sulla stampa quotidiana e periodica ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 28/2000.
L'Autorità ha raccomandato, inoltre, di assicurare interventi rapidi in caso di diffusione di messaggi con contenuti illeciti o lesivi di altri candidati e un rafforzamento delle iniziative di fact-checking.
Parimenti, è stata posta la questione dell'utilizzo dei social media nella comunicazione istituzionale, che la legge limita nel periodo elettorale alle sole attività indispensabili all'assolvimento delle funzioni pubbliche purché effettuate in forma impersonale.
Infine, l'Autorità ha raccomandato che il divieto assoluto di diffusione di propaganda elettorale nel giorno del voto e in quello precedente sia rispettato anche sulle piattaforme social.
Ad un anno di distanza dall'approvazione delle Linee guida, e all'approssimarsi delle elezioni europee, l'Autorità garante ha posto in evidenza "un rilevante vuoto normativo in tema di par condicio sul fronte dei social network" e ha segnalato al Governo la necessità di "mettere in sicurezza" l'analisi delle campagne elettorali (AGCOM, Comunicato stampa, 30 gennaio 2019).
Il Garante della privacy ha adottato il 18 aprile 2019 un provvedimento in materia di propaganda elettorale e comunicazione politica, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 maggio 2019, che integra un precedente provvedimento del 6 marzo 2014.
Riguardo all'uso dei dati pubblicati dagli interessati sui social network, il Garante mette in guardia sui seri rischi di utilizzo improprio dei dati personali dei cittadini per sofisticate attività di profilazione su larga scala e di invio massivo di comunicazioni o ancora per indirizzare campagne personalizzate (il c.d. micro-targeting) volte a influenzare l'orientamento politico e la scelta di voto degli interessati, sulla base degli interessi personali, dei valori, delle abitudini e dello stile di vita dei singoli.
In vista delle elezioni europee il provvedimento del Garante ribadisce che i messaggi politici e propagandistici inviati agli utenti di social network (come Facebook o Linkedin) o utilizzando altre piattaforme, come Skype, WhatsApp, Viber, Messanger, sono sottoposti alla disciplina in materia di protezione dei dati.
Per procedere, per finalità di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica, al trattamento di dati personali presenti sui social (o altrove reperiti), sempre nel rispetto dei principi e dei presupposti di liceità, il Garante prescrive la necessità di evitare comunicazioni massive e insistenti, nonché condotte non corrette quali:
Qualora - nei social network e nei blog e forum utilizzati dalla comunità degli iscritti ai servizi social – "risultino visualizzabili numeri di telefono o indirizzi di posta elettronica, i titolari delle piattaforme che intendano inviare messaggi finalizzati alla comunicazione politico-elettorale, dovranno aver previamente acquisito, per ciascun di tali contatti, un preventivo consenso libero, specifico, documentato ed informato per la finalità in questione oppure basarsi su un altro eventuale presupposto di liceità".
In vista delle elezioni del parlamento europeo nel 2019, la Commissione europea ha invitato le autorità nazionali competenti a individuare le migliori pratiche in materia di identificazione, mitigazione e gestione dei rischi che gli attacchi informatici e la disinformazione comportano per il processo elettorale (Raccomandazione della Commissione, del 14 febbraio 2018, sul rafforzare la natura europea e l'efficienza nello svolgimento delle elezioni del Parlamento europeo del 2019).
Successivamente, nella comunicazione al parlamento europeo Contrastare la disinformazione online: un approccio europeo (aprile 2018) la Commissione europea ha invitato le piattaforme di network a intensificare gli sforzi per contrastare la disinformazione e ha lanciato l'elaborazione di un Codice di buone pratiche, richiedendo alle piattaforme online e all'industria pubblicitaria di conseguire, tra gli altri, i seguenti obiettivi:
Il Presidente della Commissione europea nel discorso sullo stato dell'Unione 2018, pronunciato il 12 settembre 2018 al Parlamento europeo, ha annunciato una serie di iniziative volte a garantire che le elezioni del Parlamento europeo previste nel maggio del 2019 si svolgano in modo libero, regolare e sicuro (si veda in proposito la comunicazione COM(2018) 637 della Commissione europea del 12 settembre 2018).
Nell'ottobre del 2018 alcune tra le principali società online (Google, Facebook, Twitter e Mozilla) e associazioni che rappresentano il settore pubblicitario hanno firmato il codice di buone pratiche, impegnandosi ad attuare una serie di misura in previsione delle elezioni europee per affrontare efficacemente il problema dell'utilizzo delle nuove tecnologie e dei social media finalizzato a diffondere, mirare e amplificare la disinformazione.
Le piattaforme social hanno quindi adottato codici di autoregolamentazione finalizzati a impedire i tentativi di inquinamento del voto per le europee 2019 attraverso la diffusione di notizie false.
Si vedano in particolare:
Sempre in vista delle elezioni europee 2019 il Consiglio europeo – nelle conclusioni del 21 e 22 marzo 2019 – ha chiesto maggiori sforzi coordinati per affrontare gli aspetti interni ed esterni della disinformazione e proteggere le elezioni europee e nazionali in tutta l'UE. E' stato in tale sede evidenziato come "la condivisione delle informazioni è fondamentale in tale contesto e la recente istituzione del sistema di allarme rapido costituisce un importante progresso". Il Consiglio europeo peraltro "esorta gli operatori privati come le piattaforme online e i social network a dare piena attuazione al codice di buone pratiche e a garantire standard più elevati di responsabilità e trasparenza". Chiede di proseguire gli sforzi coordinati volti a salvaguardare i sistemi democratici dell'Unione e contrastare "le minacce immediate e a lungo termine poste dalla disinformazione, quale parte integrante del potenziamento della resilienza dell'UE alle minacce ibride". Ha preannunciato un successivo intervento, a partire dal mese di giugno 2019, per definire i termini di una risposta a lungo termine alla questione.
Per quanto riguarda la protezione dei dati personali, si segnala che il 25 marzo 2019 è stato adottato il regolamento 2019/493 che modifica il regolamento 1141/2014 relativo al finanziamento dei partiti politici europei per quanto riguarda la procedura di verifica relativa alle violazioni delle norme in materia di protezione dei dati personali nel contesto delle elezioni del Parlamento europeo. In particolare è stata introdotto la possibilità di infliggere sanzioni pecuniarie per le violazioni delle norme in materia di protezione dei dati commesse allo scopo di influenzare deliberatamente l'esito delle elezioni europee.