segnalazione 29 settembre 2021
Studi - Affari esteri OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE, Focus euro-atlantico n. XVIII, a cura dell'Istituto Affari Internazionali, giugno-settembre 2021 (edizione provvisoria)

Nell'ambito dell'Osservatorio di Politica internazionale è stato pubblicato Focus Euroatlantico n. XVIII (giugno-settembre 2021), edizione provvisoria, a cura dell'Istituto Affari Internazionali.

Bollettino Sommario

Questo numero di Focus Euro-Atlantico del 2021 si apre come di consueto con un'analisi dello stato delle relazioni transatlantiche (corredata da una serie di grafici e tabelle). Il collasso del governo afgano e la ripresa del potere dei talebani a Kabul hanno creato sconcerto internazionale e attirato feroci critiche sulla decisione del Presidente Biden di ritirare le truppe. Gli europei, che non hanno potuto far altro che assecondare le scelte di Washington, hanno espresso preoccupazione riguardo al futuro dell'Afghanistan, ma anche per il rischio di nuove ondate di rifugiati. L'estate di Biden è stata complicata anche dal peggioramento del contagio da COVID-19 negli USA, dove c'è maggiore resistenza alla vaccinazione di quanto ci sia in Europa. Prima dell'estate la visita di Biden in Europa aveva portato a un riavvicinamento transatlantico sulla Cina e a un accordo con la Germania sul controverso gasdotto Nord Stream II. Nonostante le persistenti difficoltà nelle relazioni di USA ed Europa con la Russia, i tre continuano a lavorare alla riattivazione dell'accordo nucleare con l'Iran. Sul fronte commerciale c'è stato un allentamento delle tensioni transatlantiche, non così su quello fiscale. Regno Unito e Italia lavorano al successo della conferenza sul clima di Glasgow potendo contare su un rinnovato impegno degli USA. 

Nel primo approfondimento Andrea Dessì, Responsabile di Ricerca nel Programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dello IAI, fa un'analisi della situazione in Afghanistan e della scelta di Biden di ritirarsi [vedi edizione definitiva]. 

Il secondo approfondimento è dedicato all'Iraq post-ISIS. Flavia Fusco, Ricercatrice del Programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dello IAI, ricorda come, alla vigilia delle elezioni anticipate di ottobre e a quasi vent'anni dall'invasione USA, l'Iraq è lontano dall'aver creato un apparato statale efficiente e un'economia resiliente e promosso un'autentica riconciliazione nazionale. I tentativi di riforma del Primo Ministro al-Kadhimi, sospinto da grandi movimenti di protesta popolare, sono stati frustrati dall'immobilismo di un sistema politico in cui la spartizione di cariche e risorse su base etnico-settaria è istituzionalizzata. Al-Kadhimi ha avuto maggiore successo nel ricercare un equilibrio tra USA e Iran, i paesi che esercitano maggiore influenza su Baghdad, e nel fare dell'Iraq un promotore del dialogo intra-regionale.  

Nel terzo approfondimento Ettore Greco, Coordinatore del Programma Multilateralismo e Governance Globale dello IAI, fa il punto sullo stato del regime internazionale di nonproliferazione. Greco ammonisce che le divergenze tra i paesi nucleari e quelli non nucleari complicano il raggiungimento di un accordo in seno alla Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), uno dei pilastri del sistema di sicurezza internazionale, in programma a inizio 2022. La Conferenza dovrà anche fare i conti con l'entrata in vigore del Trattato per il Bando Totale delle Armi Nucleari, che alcuni temono possa indebolire il regime TNP. Rimangono inoltre aperti i dossier del riarmo nucleare della Corea del Nord e del programma nucleare dell'Iran, su cui non si è registrato alcun progresso significativo.