Nell'ambito dell'Osservatorio di Politica internazionale è stata pubblicata la Nota n. 91, "Dall'accordo NAFTA allo USMCA:implicazioni per l'UE e per l'Italia", a cura del Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), marzo 2021
Abstract
Il 1°
luglio 2020 è entrato ufficialmente in vigore il nuovo accordo preferenziale di libero scambio tra Canada, Messico e Stati Uniti, l'USMCA (United States–Mexico–Canada Agreement), in sostituzione del NAFTA (North American Free Trade Agreement) che per 25 anni aveva definito gli standard per rafforzare l'integrazione commerciale ed economica tra i tre Paesi firmatari.
In generale, il desiderio dell'amministrazione Trump di riportare negli Stati Uniti la produzione e i posti di lavoro nel settore manifatturiero aveva generato forti critiche al NAFTA e ha impresso un'accelerazione alla definizione del nuovo accordo.
Alla luce dei risultati, si tratta di un accordo che, senza stravolgere l'impianto preesistente, introduce alcune modifiche e recepisce la necessità di introdurre o aggiornare temi di particolare attualità, come il commercio digitale o la protezione dei diritti intellettuali. Composto da 34 capitoli e 12 lettere secondarie, l'accordo mantiene la maggior parte delle misure di apertura del mercato del NAFTA, nonché nuove disposizioni per rendere il commercio più inclusivo, facilitando la partecipazione di Piccole e medie imprese (PMI).
Al di là delle implicazioni in termini di ripartizione dei benefici e dei costi dell'interscambio rafforzato attraverso ulteriori abbattimenti tariffari tra i Paesi firmatari, i settori produttivi interessati e le diverse categorie di lavoratori, si tratta di un accordo fondamentale per diverse ragioni anche per l'UE e l'Italia.
Anzitutto, è l'accordo di una regione, l'America del nord, che non solo comprende la prima economia al mondo (gli Stati Uniti), ma resta insieme all'UE il perno della produzione, del commercio e degli investimenti mondiali, per quanto le quote si siano erose negli ultimi due decenni con l'irrompere della Cina.
È un accordo volto a ridefinire concessioni, su basi di maggiore o minore reciprocità, tra i tre Paesi firmatari in molti ambiti: regole d'origine a favore della produzione nazionale minima nell'industria automobilistica regionale, abbattimento di tariffe all'interno della regione nel settore lattiero-caseario, maggiore attenzione allo sviluppo sostenibile e all'enforcement delle normative, maggiori controlli sulle condizioni dei lavoratori in Messico, standard comuni sulla nuova frontiera del commercio digitale e il trattamento dei dati personali, appalti pubblici e soglie di esenzione de minimis che possono potenzialmente beneficiare le imprese, soprattutto le PMI.
Sono ambiti che determinano effetti potenziali, più o meno rilevanti, anche per gli interscambi con l'UE e l'Italia in particolare: ed è soprattutto nell'ambito degli accordi o dei negoziati per gli accordi di libero scambio dell'UE con ciascuno dei tre Paesi firmatari che è importante cogliere le opportunità ed evitare che l'integrazione in America del Nord penalizzi il Made in Italy. A questo proposito, la nota presenta le questioni dirimenti degli accordi commerciali preferenziali, analizza l'andamento storico delle relazioni commerciali ed economiche dei tre Paesi dell'America del Nord con l'UE e l'Italia, e discute infine le principali novità dell'UMSCA e implicazioni per l'UE e l'Italia.