Il provvedimento sottoposto al parere della Commissione Affari costituzionali prevede la ratifica e l'ordine di esecuzione del Protocollo n. 15 alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, fatto a Strasburgo il 24 giugno 2013.
Il Protocollo, per la cui entrata in vigore è necessaria la ratifica di tutti gli Stati parte della Convenzione, introduce modifiche alla procedura davanti alla Corte europea dei diritti di Strasburgo prevedendo, in particolare, che il ricorso alla CEDU debba essere presentato entro 4 mesi - in luogo degli attuali 6 mesi - dalla pronuncia definitiva interna; ulteriori novità riguardano il sistema di rinvio della competenza alla Grande Camera, con l'eliminazione del sistema di veto attualmente concesso agli Stati membri e alla vittima.
L'originario progetto di legge C. 35 (Schullian), e l'abbinato disegno di legge del governo C. 1124, prevedevano anche la ratifica del Protocollo n. 16 alla Convenzione di Strasburgo, che configura un meccanismo per certi versi analogo al rinvio pregiudiziale esperibile di fronte alla Corte di giustizia dell'Unione europea, introducendo per le giurisdizioni nazionali la possibilità di chiedere un parere alla CEDU su questioni di principio relative all'interpretazione o all'applicazione dei diritti e delle libertà definiti dalla Convenzione o dai suoi protocolli. Questo profilo degli originari progetti di legge è stato espunto nel corso dell'esame in sede referente.