dossier 27 febbraio 2020
Studi - Affari esteri Convenzione istitutiva dell'Osservatorio Square Kilometre Array, con Allegati, fatta a Roma il 12 marzo 2019

Il progetto SKA (Square Kilometre Array) prevede la realizzazione di una rete di antenne operanti su diverse frequenze dello spettro radio, geograficamente distribuite nel nord del Sud Africa e nell'ovest dell'Australia, collegate fra loro attraverso un sistema di fibre ottiche capaci di raccogliere ed analizzare i segnali in maniera sincrona, come se fossero raccolti da un singolo grande radiotelescopio, la cui superficie di raccolta è appunto delle dimensioni equivalenti ad un kilometro quadrato.

L'infrastruttura, oltre a potenziare enormemente la capacità massima osservativa dell'universo oggi esistente nella banda radio, consentirà di effettuare osservazioni simultanee di diverse zone del cielo, grazie alla tecnologia cosiddetta « multi-beam » che, a regime, è destinata ad avere applicazioni nel campo della telefonia mobile in quanto consentirà di ottimizzare l'uso della banda radio destinata alle comunicazioni cellulari.

La storia del progetto SKA ha inizio nel settembre 1993, quando l'International Union of Radio Science (URSI) istituì il Large telescope working group per cominciare a lavorare a una nuova generazione di radiotelescopi. Nel 1997 otto istituzioni di sei Paesi (Australia, Canada, Cina, India, Paesi Bassi e Stati Uniti) firmarono un memorandum di intesa per cooperare in un programma di studio tecnologico finalizzato alla realizzazione di un grandissimo radiotelescopio.
L'Italia entrò in questo processo il 10 agosto 2000, quando in occasione della riunione dell'Unione astronomica internazionale a Manchester (Regno Unito) siglò, insieme ai rappresentanti di Australia, Canada, Cina, Germania, India, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti un memorandum d'intesa per istituire il Comitato direttivo internazionale dello Square Kilometre Array (International Square Kilometre Array Steering Committee - ISSC). Il successivo  Memorandum of Agreement to Collaboration in the Development of the Square Kilometre Array, sostitutivo del precedente, in vigore dal 1° gennaio 2005 al 31 dicembre 2007, ha previsto l'ampliamento del Comitato direttivo da 11 a 21 membri, in ragione di 7 ciascuno per l'Europa, gli Stati Uniti e il resto del mondo. 
Un ulteriore nuovo Accordo di collaborazione internazionale per il programma SKA, entrato in vigore il 1° gennaio 2008, venne firmato dai consorzi europei, statunitensi e canadesi dello SKA, dal Comitato di coordinamento australiano dello SKA, dalla National Research Foundation in Sud Africa, dagli osservatori astronomici nazionali in Cina e dal National Centre for Radio Astrophysics in India. Tale accordo ha istituito, in sostituzione dell'ISSC, lo SKA Science and Engineering Committee (SSEC) che funge da forum primario per le interazioni e le decisioni su questioni scientifiche e tecniche per lo SKA tra i firmatari dell'Accordo di Collaborazione Internazionale. SSEC è composto da 25 membri; l'Italia vi è presente con un rappresentante dell'INAF – Istituto di Radioastronomia.
Il progetto è ora guidato dalla SKA Organisation, istituita nel dicembre 2011 per formalizzare i rapporti tra i partner internazionali e centralizzare la direzione del progetto. L'ufficio della SKA Organisation, prima basato a Manchester, dal 2012 è ubicato presso il Jodrell Bank Observatory nel Cheshire, Regno Unito. La SKA Organisation, è una società privata britannica senza fini di lucro. La società non ha un capitale sociale, ma ha membri che sono garanti (a responsabilità limitata) al posto degli azionisti. Gli amministratori del consiglio di amministrazione sono nominati dai membri.
Nel 2012 è stata presa la decisione di costruire lo Square Kilometre Array (SKA) in due siti, i deserti di Australia e Sudafrica.

L'infrastruttura SKA, uno dei progetti più importanti nelle « roadmap » prodotte dall'European strategy forum on research infrastructures (ESFRI), si configura come un progetto d'avanguardia a livello planetario ed è destinato ad aprire la strada allo sviluppo sia sul piano delle scienze astronomiche, sia sul piano delle innovazioni tecnologiche potenzialmente ad alto impatto sociale.

ESFRI è il forum europeo istituito nel 2002 su mandato del Consiglio, per definire il fabbisogno in infrastrutture internazionali di ricerca per i prossimi due decenni. La relazione che accompagna il disegno di legge originario (AS 1376) di ratifica della Convenzione istitutiva dell'Osservatorio Square Kilometre Array all'esame della Commissione sottolinea, in particolare che la roadmap dell' ESFRI sulla strategia a medio-lungo termine delle infrastrutture europee individua quarantaquattro progetti in diversi settori della scienza e della tecnologia, considerati prioritari per l'Europa, con una spesa prevista di circa 20 miliardi di euro nei prossimi dieci-quindici anni, che rappresentano lo 0,8 per cento della spesa totale europea nel settore della ricerca e corrispondono ad un incremento iniziale di spesa del 20 per cento in questo settore. I progetti della roadmap si vanno ad aggiungere sia alle infrastrutture internazionali già presenti in Europa, sia alle infrastrutture nazionali che operano già in modo pan-europeo. La roadmap rappresenta uno strumento di riferimento per le comunità scientifiche e per i decisori politici degli Stati membri dell'Unione europea. Gli Stati membri elaborano le roadmap di strategia nazionale per le infrastrutture.

Attualmente i tredici Stati membri della SKA Organisation sono Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Spagna, Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito. Il nostro Paese, che vanta una notevole tradizione nel campo della radioastronomia ed è coinvolto in numerosi progetti internazionali in materia, partecipa al progetto sin dal 2000 tramite l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF): il coinvolgimento dell'INAF nel progetto SKA è stato pensato, sin dai primi anni, come un volano non solo scientifico, ma anche economico e industriale, stante il coinvolgimento di numerose imprese italiane di settore. 

La già ricordata relazione illustrativa evidenzia che la partecipazione italiana al progetto assume la valenza di uno strumento di politica industriale, tale da consentire all'industria nazionale di accrescere la propria presenza in aree geografiche emergenti del mondo, a partire dall'Africa, dove andrà a risiedere una parte cospicua delle antenne della infrastruttura, e di consolidare la propria posizione in altre aree con cui si condividono già floridi rapporti commerciali, come nel caso dell'Australia, dove sarà allocata la restante parte dell'impianto.

Il rafforzamento del coinvolgimento italiano nel progetto - si legge nella già citata relazione illustrativa - è arrivato con l'adesione, nel 2006, allo Square Kilometre Array Design Studies (SKADS), che includeva ventitré partner da tredici Paesi. Da quel momento in poi il ruolo dell'Italia, anche dal punto vista politico, è andato crescendo. Il passo successivo è venuto con l'adesione, con l'aiuto dei fondi europei, alla Preparatory phase proposal for the Square Kilometre Array (PrepSKA) per la preparazione delle prime fasi organizzative del progetto. Nel 2010 veniva costituito l'Agencies SKA Group (ASG), che riunisce trenta progetti e le maggiori agenzie di finanziamento dei Paesi interessati al progetto, con l'intento di fornire un indirizzo su questioni non propriamente tecniche e scientifiche del programma SKA; proprio durante il meeting dell'ASG a Roma, il 30 marzo 2011, venne sottoscritta la lettera d'intenti che ha portato poi alla fondazione della SKA Organization, sottoscritta, come detto, ad Amsterdam alla fine del 2011.

La Convenzione all'esame provvede alla costituzione  dell'Osservatorio SKA, un'organizzazione intergovernativa, che subentra alla precedente società privata di diritto britannico SKA Organisation, ponendosi quale nuovo soggetto giuridico responsabile della costruzione e della gestione dei telescopi SKA in Australia e in Sudafrica. Le trattative formali per la stesura della Convenzione sono iniziate nel 2015 e si sono concluse con la firma della Convenzione a Roma il 12 marzo scorso. Tra i primi firmatari figurano  Australia, Cina, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Sudafrica e Regno Unito. A questi sette membri fondatori dello SKA Observatory dovrebbero affiancarsi India e Svezia, che hanno partecipato ai negoziati, ed altri Stati.

  • atto camera 2360 S. 1376. - "Ratifica ed esecuzione della Convenzione istitutiva dell'osservatorio Square Kilometre Array, con Allegati, fatta a Roma il 12 marzo 2019" (approvato dal Senato) (2360)
    iter vedi su camera.it
    • 30 01 2020 Da assegnare
    • 05 02 2020 Assegnato
    • 27 02 2020 In corso di esame in Commissione
    • 14 05 2020 Concluso l'esame da parte della Commissione. In stato di relazione
    • 19 05 2020 In discussione
    • 05 08 2020 Approvato definitivamente, non ancora pubblicato
    • 14 08 2020 Approvato definitivamente. Legge
 
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